Quei dubbi sulla norma per la responsabilità erariale

maggio 31, 2019


Pubblicato In: Giornali, Il Sole 24 Ore


C’è grande attesa per vedere quali saranno, dopo le elezioni, i rapporti tra Lega e Movimento5Stelle: se continuerà la conflittualità esasperata, la rottura del “contratto” e nuove elezioni, o se si troverà un nuovo equilibrio che traduca i rapporti rivelati dalle urne in pesi nelle decisioni governative. Il compito di fornire qualche segnale di quello che ci aspetta è toccato al disegno legge di conversione del decreto legislativo “sblocca cantieri”.

Già prima delle elezioni europee il M5S voleva garantire l’esclusione dalla colpa grave rispetto alla responsabilità erariale per i funzionari che determinassero la cessazione anticipata dei contratti di lavori, servizi o forniture, purchè abbiano sottoposto il provvedimento al controllo preventivo di legittimità della Corte dei Conti. Dopo le elezioni viene presentato in Aula al Senato un nuovo emendamento, questa volta anche a firma della Lega; per evitare ogni fraintendimento e blindarlo rispetto a qualsiasi interpretazione, esso precisa che, quando la cessazione anticipata riguarda rapporti di concessione autostradale, se il decreto di cessazione ha avuto il parere favorevole dell’Avvocatura generale dello Stato, viene esclusa in ogni caso la gravità della colpa e ogni conseguente responsabilità. Non si capisce se questo parere sarà sulla procedura e/o anche sul merito, e in tal caso come possa essere dato senza l’accertamento in giudizio delle responsabilità dell’impresa.
Quanto alle leggi ad personam o ad aziendam, i firmatari devono ritenere che ormai siamo mitridatizzati; per contro dare al parere dell’Avvocatura dello Stato il potere di annullare ogni colpa ogni responsabilità è una novazione clamorosa: generalizzando, equivale a dire che in un contenzioso, l’avvocato di una parte ha il potere di sollevare il suo cliente da ogni responsabilità.

Sono gli aspetti istituzionali e costituzionali a suscitare la “forte preoccupazione” dei magistrati della Corte dei Conti, espressa in un comunicato stampa della loro associazione.

Infatti se basta il parere di legittimità dell’Avvocatura dello Stato per escludere colpa e responsabilità, si conferisce all’Avvocatura dello Stato la tutela delle finanze pubbliche, sottraendola alla Corte a cui è affidata da norma costituzionale. Da cui i “fondati dubbi di costituzionalità”. Come pure, si può aggiungere, il fatto che la politica, se copre il funzionario, faccia venire meno anche l’indipendenza e l’imparzialità che deve avere nell’esercizio delle sue funzioni. Né la norma sarebbe “giustificata”, come sostengono i proponenti, dalla maggiore celerità dell’azione amministrativa: al contrario, la rilevanza dell’eventuale parere dovrebbe comunque formare oggetto di valutazione da parte della Procura contabile e poi, eventualmente, del Collegio giudicante della Corte dei conti.

Resta, e ci mancherebbe, il diritto del concessionario revocato di ricorrere in giudizio e chiedere di essere risarcito dell’eventuale danno ingiusto. Ma oggi il pubblico funzionario ha una remora a compiere un atto di revoca, perché sa che potrebbe essere chiamato a rispondere patrimonialmente ove ne venisse accertata la illegittimità. Secondo la proposta, lo potrà invece fare a cuor leggero, sempre che si sia munito di un parere dell’Avvocatura, perché l’eventuale illegittimità a posteriori produrrà un danno patrimoniale allo Stato, cioè alla generalità dei contribuenti, ma non alle sue finanze personali.

Il testo, nella versione pre-elettorale, è conseguente a un forte investimento politico dei Cinque Stelle. Il ministro Toninelli, l’anti-TAV personificato, ed è anche quello che aveva condannato Autostrade per l’Italia mentre ancora fumavano le macerie del ponte Morandi. L’adesione della Lega all’emendamento risponde a una logica del tit-for-tat? Oppure è figlia di un neo-sovranismo, che identifica lo Stato con le sue burocrazie ministeriali e locali, e non anche con quelle deputate dalla Costituzione al controllo contabile? E’ originale leghista o frutto della mediazione dell’”avvocato del popolo”? L’episodio è specifico e circoscritto, i segnali di quali possono essere i rapporti tra i due “alleati” di governo non sono univoci. In ogni caso sono preoccupanti.

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