Portare Putin a giudizio senza fargli abbandonare i negoziati

aprile 15, 2022


Pubblicato In: Giornali, Il Foglio


La proposta di istituire un “tribunale speciale per Putin” (il Foglio del 21 marzo) aveva suscitato critiche opposte: per alcuni perché giudicata irrealizzabile, per altri perché considerata inutile. Irrealizzabile perché non si sarebbe mai trovato l’accordo tra Stati Uniti e Russia necessario per istituirlo. Inutile perché già esiste all’Aia la Corte penale internazionale (Cpi), istituita a Roma nel luglio 1998, con competenza sui crimini più seri che riguardano la comunità internazionale nel suo insieme, cioè il genocidio, i crimini contro l’umanità e i crimini di guerra.

Il crimine di aggressione fu aggiunto con lo Statuto di Roma del luglio 1998 “sulla fiducia”, cioè da quando esso sarebbe stato definito. Infatti deve tener conto delle complesse relazioni diplomatiche della Cpi con i tre membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che non hanno ratificato lo Statuto di Roma, cioè Stati Uniti, Russia e Cina.

Nel novembre 2009 è stato definito che per aggressione si intende “la pianificazione, la preparazione, l’inizio o l’esecuzione, da parte di una persona in grado di esercitare effettivamente il controllo o di dirigere l’azione politica o militare di uno stato, di un atto di aggressione che, per il suo carattere, gravità e portata, costituisce una manifesta violazione della Carta delle Nazioni Unite”. Il 17 Luglio 2018, con la ratifica da parte di 30 degli stati firmatari e l’attivazione con approvazione di almeno 2/3 degli stati facenti parte dell’Assemblea, si sono verificate le condizioni per l’entrata in vigore delle modifiche statutarie.

L’aggiunta del crimine di aggressione conferisce alla Cpi una capacità di intervento finora sconosciuta. Mentre dei singoli crimini, pensiamo a Bucha, si arriva a mettere in dubbio perfino l’esistenza (realtà o set cinematografico?) e la nazionalità degli esecutori (gli aggressori o gli aggrediti?), figurarsi poi la difficoltà di identificare i singoli esecutori e le loro personali responsabilità. Per l’aggressione non basterebbe certo cambiargli nome (“operazione speciale”) per evitare che “per il suo carattere, gravità e portata” venga riconosciuta come “manifesta violazione della Carta delle Nazioni Unite”; né che la “persona” per sua stessa ammissione “in grado di esercitare effettivamente il controllo o di dirigere l’azione politica o militare” abbia un nome e un cognome. Nessuno pensa che a Putin e ai suoi più diretti collaboratori possano essere irrogate pene da scontare nel suo paese. Ma gli altri membri possono farlo, se costui mettesse piede nei loro di paesi.

E’ vero che per il processo davanti alla Corte è richiesta la presenza dell’imputato (art. 63). Esiste però la Camera dei giudizi preliminari, che ha il potere (art. 58) di emettere il mandato di arresto, su richiesta del procuratore, sulla base di fondati motivi di reità e di necessarie esigenze cautelari. La procedura di arresto e la detenzione preventiva a cura dello stato che ha ricevuto la richiesta di fermo, o di arresto e di consegna, sono eseguite (art. 59) con l’osservanza della legislazione nazionale dello stato medesimo. Quindi l’imputato, se non vuole rischiare di essere arrestato, dovrà evitare di recarsi in uno degli stati che ha ratificato lo Statuto di Roma del 1998 – quindi nella maggior parte degli stati occidentali, esclusi, paradossalmente, gli Stati Uniti. E’ logico pensare che la riduzione di agibilità, e il danno reputazionale derivanti siano sufficienti per determinare un cambio di strategia.

C’è chi obbietta che Putin potrebbe prendere l’uno e l’altra come pretesti per non sedersi più al tavolo dove concordare le condizioni per porre fine alla guerra che egli ha iniziato. Se avesse voluto farlo, di occasioni ne avrebbe avute. E’ quindi ragionevole pensare che il solo avvio della procedura presso la Camera dei giudizi preliminari lo induca a sedersi a quel tavolo con la volontà di concludere ed evitare di intestarsi nuovi attacchi militari, e vedersi imputati nuovi crimini. E’ più che ragionevole chiedersi perché la procedura non sia stata ancora avviata.

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