→ Iscriviti
→  febbraio 20, 1996


Quali garanzie dare in un sistema maggioritario, all’elettorato moderato da parte di una coalizione di centrosinistra caratterizzata su una proposta di governo e non di protesta? Il problema si identifica con la ragione stessa per la quale, due anni fa, decisi di raccogliere la candidatura al Senato offertami dai progressisti.
Allora, il maggioritario era alla sua prima prova, l’elettorato moderato era sotto il fortissimo impatto del crollo repentino dei tradizionali partiti di governo ai quali per tanti anni aveva garantito il consenso, lo scontro elettorale fu dominato da una violenta e reciproca delegittimazione. Tutto ciò rese la scelta, se non isolata, sicuramente minoritaria. Una parte del consenso dei moderati si indirizzò verso la residua offerta di un centro politico inteso come terzo polo elettorale – allora il Ppi e Segni; un’altra parte, sotto la suggestione propagandistica anticomunista, facilitata in ciò dal terzo polo centrista, si indirizzò verso il Polo; non abbastanza furono coloro che videro nei progressisti ga-ranzie per un governo stabile ed europeo del paese.
Le differenze rispetto a due anni fa sono numerose, e profonde le implicazioni: tanto da far sperare in un risultato di segno diverso.

leggi il resto ›


Pubblicato In: Varie
→  febbraio 16, 1996


Sulle ragioni per vendere separa­tamente le aziende facenti capo alle sub-holding Stet e Finmec­canica non sarebbe neppure il caso di ritornare, tanto esse sono forti: il maggior valore che così si fa emerge­re, stimato in 10mila miliardi, gli investitori in tutto il mondo preferen­do aziende focalizzate alle conglome­rate; la vivacizzazione della Borsa, arricchita dalla presenza di un mag­gior numero di valori; assetti di settore più aperti a soluzioni concorren­ziali e liberati dalle opacità dei rap­porti infra-gruppo. Tutti argomenti già sostenuti in un precedente artico­lo («Il Sole-24 Ore» del 2 febbraio scorso). Ma poiché l’amministratore delegato Stet, Ernesto Pascale, obiet­ta («Corriere della Sera» del 7 feb­braio) che questo processo introdur­rebbe un ritardo di quindici mesi per sole «operazioni fiscali e di scorpo­ro», si riprende l’argomento più in dettaglio. Risulterà dimostrato il con­trario: il guadagno di tempo è una ragione Che si aggiunge a quelle già esposte a favore della vendita per aziende separate.

leggi il resto ›


Pubblicato In: Giornali, Il Sole 24 Ore
→  febbraio 10, 1996


La questione torna alla mente a proposi­to di un progetto governativo se­condo cui le attività di gestione dei sistemi informatici della Ra­gioneria Generale dello Stato e del ministero delle Finanze, at­tualmente affidate a società del Gruppo Finsiel, dovrebbero esse­re scorporate, e conferite a una nuova società interamente di pro­prietà dello Stato.

leggi il resto ›


Pubblicato In: Giornali, Il Sole 24 Ore
→  febbraio 9, 1996


Intervento di Franco Debenedetti

Invitato a parlare dell’attualità del pensiero di Sturzo in materia economica, mi sono accorto che era stato dato al mio intervento un titolo piuttosto contradditorio. Infatti, “L’economia: Stato sociale contro lo statalismo” è un nonsense che avrebbe fatto rigirare Sturzo nella tomba. Perché non vi siano dubbi, il titolo esatto è: “Contro lo stato sociale e lo statalismo”.

leggi il resto ›


→  febbraio 9, 1996

Roma, 9 febbraio 1996

Convegno: ‘Se ci fosse Don Sturzo’

Amici di liberal

Invitato a parlare dell’attualità del pensiero di Luigi Sturzo in materia di economia, non essendone conoscitore né per ragioni storiche né per studi accademici, mi ritengo dispensato dal compito di delinearne, proprio qui, e proprio di fronte a tanti che ne sono studiosi esegeti e interpreti autorevolissimi, l’impianto teoretico e la ricchissima articolazione: dall’esperienza municipale a Caltagirone, attraverso la fondazione del Partito popolare, l’esperienza parlamentare, l’opposizione al fascismo, gli approfondimenti durante il lungo esilio, fino alle battaglie politiche dei suoi ultimi sette anni.

leggi il resto ›


Pubblicato In: Convegni
→  febbraio 7, 1996


La nuova legge americana, sulle telecomunicazioni, che elimina i vincoli che finora segtmentavano il mercato – tra te­lefonia a lunga distanza e telefonia urbana, tra cavo e telefono, tra produttori e distributori di  programmi – è stata accolta con perplessità, o con esplicita preoc­cupazione, da alcuni nostri auto­revoli commentatori.

leggi il resto ›


Pubblicato In: Giornali, La Stampa