→ maggio 7, 1997
Caro Direttore,
che in campagna elettorale, specie nel rush finale, si alzino i decibel della polemica, è cosa nota e scontata. Che a Torino la parte meno… desiderabile dell’immigrazione extracomunitaria si concentri, nelle ore diurne e in quelle notturne, in un paio di zone, diventando così straordinariamente visibile, e’ altrettanto noto. Non si nega che anche questo sia un problema. Si puo’ anche convenire che le ragioni di timori e rifiuti non siano state sufficientemente approfondite. Ma da questo a dire che Torino è una città di spaccio e prostituzione, un solo grande mercato di droga e di sesso, suvvia, più che una forzatura sembra una caricatura.
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→ maggio 1, 1997
Se si lamenta che in Italia poche siano le aziende attive in settori tecnologicamente avanzati e’ anche perche’ la presenza di un’azienda di stato, in settori dove forte e’ la domanda pubblica, ha sottratto spazio all’iniziativa privata
Un anno e mezzo fa, Finmeccanica acquistava, per mille miliardi la Hartmann&Braun. “Agli investitori deve sembrare alquanto contraddittorio da un lato apprendere dal Ministro Clo’ che se l’Iri non vende e riduce l’indebitamento deve portare i libri in Tribunale, dall’altro vedere che un’azienda controllata dallo stesso IRI procede autonomamente ad acquisizioni ed espansioni”: commentai allora (La Stampa del 4.11. 95), guadagnandomi una risentita reazione personale dello stesso Fabiani.
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→ aprile 27, 1997
Le reazioni al report della Commissione Ue a un anno dal giudizio finale sulla moneta unica sono state di due segni tanto diversi da indicare il fossato che l’attuale Governo ha di fronte a sé. La reazione ufficiale di maggioranza, Governo e Quirinale è stata di insofferenza e di rigetto. Come era avvenuto dopo lo schiaffo spagnolo, dopo le analisi di Confindustria, dopo i numerosi segnali che arrivavano dall’Europa. Le reazioni di tutti gli osservatori indipendenti invece — perfino di testate molto “comprensive” nei riguardi della maggioranza — sono state di segno opposto: al centro delle critiche è stata posta l’improprietà di una reazione che, nell’infelice riferimento a contabili e ragionieri, finisce per suonare ingenerosa innanzitutto verso chi, al Tesoro, ogni giorno è impegnato in un compito — far quadrare i numeri — che proprio chi ha reagito peggio a Bruxelles gli rende più difficile.
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→ aprile 25, 1997
Caro Michele,
molte occasioni che ci hanno accomunato nei giudizi critici per la sopravvivenza nella politica italiana di visioni ostili al mercato, ho considerato il tuo impegno diretto un fatto molto positivo nel panorama politico, mi sono sinceramente rallegrato per il tuo ingresso in Bicamerale.
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→ aprile 24, 1997
La prudenza era d’obbligo: quando Zandano annunciò che aveva un piano per privatizzare il Sanpaolo, la reazione mia, e di quanti si impegnano per la privatizzazione delle banche pubbliche era stata di cauto ottimismo, troppe volte in questo Paese agli annunci non sono seguiti i fatti, o i fatti non sono stati chiari.
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→ aprile 22, 1997
Al Direttore.
Credo fosse due anni fa, una calda giornata di sole. All’Università La Sapienza si dibatteva di liberalizzazione delle telecomunicazioni. E’ inaccettabile, sostenevo, che alla vigilia (fa fin tenerezza ripensarci!) della sua privatizzazione il monopolista pubblico si annetta anche il monopolio del cavo nelle città, e di I ì si conquisti l’ingresso nel settore televisivo. Lo sostenni con foga, tanto che Miro Allione, allora amministratore delegato di Stream, lasciò la sala indispettito. Se il suo successore Io sapesse avrebbe oggi un motivo in più per sorridere soddisfatto: Stet Telecom sta per concludere l’accordo che sancirà la sua entrata a vele spiegate nella televisione; non solo in quella via cavo, dove ormai più nessuno è in grado di contrastarla, ma in quella satellitare.
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