Ma la magistratura non è un “potere”

marzo 15, 2011


Pubblicato In: Giornali, Vanity Fair


dalla rubrica Peccati Capitali

Secondo l’art 104 della Costituzione la magistratura è un “ordine autonomo e indipendente” . Ordine, non potere, come invece il più delle volte si scrive, probabilmente ricordando Montesquieu; il quale però aggiungeva che il potere giudiziario é “per così dire invisibile e nullo”. Solo il popolo è depositario della sovranità: per questo Togliatti alla Costituente avrebbe voluto addirittura che i magistrati fossero eletti dal popolo, per questo sostenne le giurie popolari. Ordine o potere che sia, in ogni caso è chiaro che di magistrati giudicanti si parla.

I pubblici ministeri invece solo da noi sono in tutto equiparati ai giudici: nel Regno Unito è la polizia che svolge le indagini, e solo in tempi relativamente recenti si sono aggiunti degli avvocati. In Francia i PM dipendono dal Ministero che deve comunicare per iscritto e anticipatamente le proprie direttive. Provengono anche dall’opposizione le voci autorevoli che riconoscono che “oggi i processi si vincono o si perdono in istruttoria”. Il principio della obbligatorietà dell’azione penale, preso alla lettera è inapplicabile, in pratica si traduce in una ingiustificata discrezionalità conferita al PM.

Dopo le leggi ad personam, e tanti anni sprecati senza far niente, logico guardare con diffidenza alla riforma proposta da Berlusconi. Ma conviene all’opposizione alzare barricate pregiudiziali, regalargli un’altra bandiera che per tanti italiani punta nella direzione giusta? Tenuto conto dei tempi, parlamentari e anagrafici, legiferando come se Berlusconi (politicamente) non ci fosse, l’opposizione dimostrerebbe se non altro fiducia in se stessa. Nell’attesa, mettiamo almeno “ordine” nell’uso delle parole.

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