L'Ulivo, i «nemici a sinistra» e i «nemici a destra»

novembre 15, 2003


Pubblicato In: Corriere Della Sera, Giornali

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Lettera del Sen. Debenedetti a Paolo Mieli

Caro Mieli,
offrire garanzia di comprendere senza cedimenti nella propria visione politica anche forze che si richiamano a ideologie del passato o che raccolgono proteste più recenti, è, caro Mieli, condizione necessaria per conquistare i voti dell’elettorato moderato.

A osservare, con un po’ di ottimismo, l’evoluzione sul lato sinistro dell’opposizione – il collasso del correntone, la candidatura di Cofferati a Bologna, i girotondi tutti giù per terra, la lista unitaria – sembrerebbe che l’ostacolo non siano più gli «ennemis à gauche». A creare problemi sono oggi piuttosto gli «ennemis à droite», politici e intellettuali, giornalisti, che non sono mai stati comunisti né democristiani di sinistra, forse neppure democristiani, e che frequentano il centrosinistra principalmente come luogo da cui praticare l’antiberlusconismo militante. È, la loro, un’opposizione più morale che politica, condotta difendendo valori, contrapponendo culture, teorizzando differenze antropologiche. Ma così finiscono inevitabilmente per coinvolgere nell’esecrazione, assieme agli esponenti della maggioranza, anche coloro che li hanno votati. Purtroppo… In una astratta divisione del lavoro tra le forze dell’opposizione, sembrerebbe compito dei Ds contenere gli antagonismi degli «ennemis à gauche» e della Margherita superare l’intransigenza degli «ennemis à droite».
Ma il continente dell’opposizione non si lascia descrivere in termini di così ordinata topografia; non lasciare deserto il campo centrista resta quindi problema di tutto il centrosinistra. Per certi versi, «il» problema.

FRANCO DEBENEDETTI

Caro Mieli,
nel dibattito da lei aperto sul ruolo della Margherita tra centro e sinistra, condivido – come lei caro Mieli – la posizione di Nicola Mancino. Ma aggiungo: se alla coalizione di centrosinistra serve una forza politica che – per identità e impostazione culturale e programmatica – sia punto di riferimento dell’elettorato moderato, di derivazione liberaldemocratica e cattolica, chi deve svolgere le funzioni della sinistra?
È mia opinione che esse non possano essere lasciate alle due formazioni politiche che (legittimamente) si richiamano ancora al comunismo. Spetta ai Ds, in quanto partito aderente al socialismo europeo, svolgere questo compito.
A noi tocca, nella coalizione dell’Ulivo, «curare l’elettorato di sinistra». Una sinistra non più ideologica, certamente; ma che garantisca la coerenza con le idealità e le ragioni sociali della sinistra. Sarebbe anche più facile per questa via affrontare il vero problema che oggi il centrosinistra ha di fronte: individuare un progetto comune a tutti, nel quale tutti i potenziali elettori (da quelli di Rifondazione fino ai Popolari e all’Udeur) possano riconoscersi. Mediare sui programmi è più semplice e persuasivo che mediare sulle identità! È per questo che ritengo sbagliata la linea che invece il mio partito sta prendendo.

Cesare Salvi

Cari Salvi e Debenedetti,
voi siete autorevoli esponenti Ds e, pur dissentendo sul profilo che auspicate per il vostro partito – più a sinistra il primo, più liberal e riformista l’altro – concordate sulla necessità che la Margherita si dia carico, specifico, di andare a recuperare quei voti che la volta scorsa si orientarono verso il centrodestra (pur se Debenedetti precisa che anche il suo partito non dovrebbe sottrarsi a questa missione).
E siamo giunti così alla fase conclusiva di questo dibattito: nei Ds di tutto ciò c’è grande consapevolezza, nella Margherita – a parte i casi isolati di cui ho detto più volte – meno. Gli opliti di Romano Prodi ritengono che questa discussione interessi solo a qualche imprecisata entità che «vuole avere a che fare con una politica debole per avere mano più libera» (Franco Monaco su Europa ). Mah… A parte il fatto che sempre suggerirei di stare al merito delle questioni piuttosto che inseguire le fantasticherie, credo che, abbagliati dalla nobile causa per cui si battono, questi prodiani scelti siano rimasti vittima di un’allucinazione.
In ogni caso, grazie a tutti coloro – soprattutto i moltissimi lettori – che sono intervenuti.

PAOLO MIELI
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