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Pubblicato il 21/10/2010 @ 08:58 in Giornali,Il Foglio

Le solite cose da fare per la prosperità e che non si fanno

Lettera al direttore

Caro Direttore,

“vendere con intelligenza”, ammonisce Luigi Zanda. Vendere con un obbiettivo, vorrei precisare: che non è il 120% (stock del debito), ma il 2% (tasso di crescita reale). Per ridurre il debito c’è solo la crescita. Con un tasso del 2% reale all’anno e un bilancio in pareggio negli anni normali, il debito va a posto, anno dopo anno: non c’è fretta, nessuno attacca un Paese che marcia su quella strada.

Intelligenza è avere la tranquilla certezza che l’uscita dello stato da immobili e aziende e la loro restituzione della loro gestione all’iniziativa privata, italiana o straniera, favorisce la crescita. Ma come vendere solo per ridurre il debito sarebbe come portare al monte l’argenteria di famiglia, così privatizzare senza anche prender di mira gli altri vincoli che bloccano la crescita rischia di produrre delusioni e riflussi. Ci si vergogna quasi a salmodiare la solita litania, diritto del lavoro, giustizia, formazione, ordine pubblico. Ci si consola a constatare che non ci sono scorciatoie alla politica: per fortuna.

La risposta dell’Elefantino.
Molto saggio, molto vero, molto solito, e soprattutto inevitabile.

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