La crisi ha ucciso il libero mercato?

marzo 13, 2009



a cura di Alberto Mingardi

Alberto Mingardi, Direttore Generale dell’Istituto Bruno Leoni, collabora o ha collaborato con svariati quotidiani e riviste, fra cui Wall Street Journal, Washington Post, International Herald Tribune, Financial Times, L’Agefi, Apple Daily, Economic Affairs, National Review, The Freeman, Markets and Morality.

Il capitalismo ha fallito: è questa la chiave di lettura più comune della crisi finanziaria.

Secondo l’opinione prevalente, ciò che è avvenuto prima negli Stati Uniti e poi nel mondo a partire dall’esplosione del bubbone dei “subprime” è una catena di “fallimenti del mercato”. L’eccessiva deregolamentazione degli anni Novanta e la mobilità di capitali che si è venuta a realizzare con la globalizzazione avrebbero reso ingovernabile il complesso mondo della finanza. Per questo, l’unica via di scampo dalla crisi passa attraverso un maggiore intervento pubblico. Da parte dello Stato, come regolatore e fornitore di servizi. E da parte delle banche centrali, come necessario puntello delle banche private.

Ma le cose stanno davvero così? In questo volume, il Premio Nobel per l’Economia Vernon L. Smith e altri importanti economisti (Kevin Dowd, Stan Liebowitz, Pascal Salin, Lawrence White) si confrontano con la crisi più grave dei nostri tempi, le sue cause e le conseguenze che l’azione degli Stati potrà avere, nel breve e nel lungo periodo.

Invia questo articolo:
  • email
  • LinkedIn



Stampa questo articolo: