L’autostrada delle libertà

luglio 27, 2001


Pubblicato In: Giornali, La Stampa


Per visualizzare il testo del ddl presentato dal senatore Debenedetti nel corso della passata legislatura, clicca qui

Ci sono delle coincidenze che colpiscono: il 27 Luglio 1999 depositavo in Senato la mia proposta di legge per aumentare il limite di velocità sulle autostrade, e il giornali del 27 Luglio 2001 riportavano la notizia che il ministro Lunardi lancia la sua analoga iniziativa. Io proponevo di aumentare il limite da 130 a 140 chilometri all’ora: il Ministro vuole portarlo a 160.

Come la sovrapposizione di immagini, così la coincidenza esatta al giorno a due anni di distanza, consente di meglio cogliere le differenze. L’aumento di 10 chilometri, argomentavo io nella mia relazione, è giustificato dagli enormi miglioramenti tecnici sia dei veicoli che delle autostrade realizzati in questi decenni, e dovrebbe corrispondere a un dato statistico (tecnicamente la velocità dell’85esimo percentile della distribuzione delle velocità registrate in condizioni di traffico fluido): insomma fondavo la mia proposta su una razionalità tecnica. Per il ministro invece, i 160 all’ora sono il riconoscimento di un dato di fatto, come chiunque circoli sulle autostrade può constatare, consegnano alla maggioranza degli automobilisti la libertà di cui la legge immeritatamente vorrebbe privarli.

La diversa motivazione rimanda a una diversa visione politica, e fa di quei 20 chilometri all’ora un non irrilevante dettaglio tecnico: soprattutto se mezzo in fila ad altri fatti: tutti dello stesso segno.
Prendiamo ad esempio “Liberi a casa propria”: certo uno slogan azzeccato, va incontro alle attese di chi vuole modificare il proprio appartamento: ma non meritano analoga considerazione anche i timori per la propria sicurezza del proprietario del piano di sopra?

Ancora: il Ministro delle Infrastrutture è proprietario della Rocksoil, società specializzata in progettazione di grandi opere infrastrutturali. “Non vedo perché devo venderla, ha detto, la mia società ha lavorato in passato e lavorerà in futuro. Non si capisce perché cento famiglie dovrebbero essere buttate sulla strada per far piacere non si sa a chi.” Nessuno dubita che l’ing. Lunardi sia uomo d’onore e la sua un’azienda onesta, ma è certo che molti in Italia si sentiranno autorizzati a dare della sua affermazione interpretazioni via via sempre più personali.
Così l’idea di rendere più veloce il passaggio attraverso le procedure per alcune grandi opere, come il governo vuole ottenere con la “legge obbiettivo”. Ottima idea: ma quanti amministratori, pubblici e privati, si sentiranno autorizzati a “velocizzare” le proprie pratiche?
Sono a favore della riforma del reato di falso in bilancio: ma qual è il costo per il paese dei comportamenti indotti nei cittadini dal sospetto (il sospetto!) che scopo di questa legge sia levare qualche imbarazzo al Presidente del Governo che la propone?

Anch’io credo che la vita dei cittadini sia oppressa da troppi vincoli e la loro iniziativa frenata da troppi lacci. L’aspettativa di maggiore libertà nel realizzare i propri progetti può dar luogo a più vivace crescita economica; ma se la prospettiva è quella che ad avvantaggiarsi siano i comportamenti opportunistici, non ci sarà produzione ma solo spostamento di ricchezza. Compito della politica è far sì che i cittadini abbiano sempre ben chiara la differenza tra libertà e licenza. A volte, a significarlo, possono bastare 20 chilometri all’ora.

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