Il problema non è Mussolini ma la fiamma

ottobre 21, 2022


Pubblicato In: Giornali, La Stampa


Caro Direttore,
se la foto di Mussolini è appesa al muro nella galleria di quelle di chi ha ricoperto la carica di ministro o di presidente del Consiglio, senza alcuna differenza né tanto meno enfasi, non vedo ragione di levarla. Anzi a dire il vero, vedo qualche ragione per lasciarla.

Tutt’altra cosa sono le parole incise e i simboli scolpiti su edifici: sono stati scalpellati via, erano l’orgoglioso (vanitoso?) attribuirsi dell’opera, un’occasione di propaganda, fino a quel “è l’aratro che traccia il solco” di vidi ancora non tantissimi anni fa sul muro di una fattoria in Campania. Altra cosa ricordare che presidente del Consiglio del Regno d’Italia, dopo Nitti, Giolitti, Bonomi e Facta, ci fu Mussolini. Troppo comodo levarlo: perché quell’incarico ci fu qualcuno che glielo conferì. Dopo che una serie di interessi e di vigliaccherie avevano consentito che lo Stato si frantumasse, si sbriciolasse e gli venisse infine dal re consegnato in mano. Fa impressione leggere “la Marcia su Roma” di Ezio Mauro, ce n’è per tutti. Anche per l’on.le Bersani: piuttosto che chiedere la rimozione della propria foto, avrebbe ragione di meditare sul ruolo che ebbe la seconda scissione del partito socialista: quei temi sono attuali ancora adesso.

Niccolò Carratelli si chiede se sarà proprio Giorgia Meloni a far rimuovere la foto di Mussolini dall’anticamera della Sala Verde di Palazzo Chigi. Invece di epurare la storia, sarebbe molto più significativo se rimuovesse dal suo simbolo l’inequivocabile fiamma.

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