Caro Direttore,
se la foto di Mussolini è appesa al muro nella galleria di quelle di chi ha ricoperto la carica di ministro o di presidente del Consiglio, senza alcuna differenza né tanto meno enfasi, non vedo ragione di levarla. Anzi a dire il vero, vedo qualche ragione per lasciarla.
Tutt’altra cosa sono le parole incise e i simboli scolpiti su edifici: sono stati scalpellati via, erano l’orgoglioso (vanitoso?) attribuirsi dell’opera, un’occasione di propaganda, fino a quel “è l’aratro che traccia il solco” di vidi ancora non tantissimi anni fa sul muro di una fattoria in Campania. Altra cosa ricordare che presidente del Consiglio del Regno d’Italia, dopo Nitti, Giolitti, Bonomi e Facta, ci fu Mussolini. Troppo comodo levarlo: perché quell’incarico ci fu qualcuno che glielo conferì. Dopo che una serie di interessi e di vigliaccherie avevano consentito che lo Stato si frantumasse, si sbriciolasse e gli venisse infine dal re consegnato in mano. Fa impressione leggere “la Marcia su Roma” di Ezio Mauro, ce n’è per tutti. Anche per l’on.le Bersani: piuttosto che chiedere la rimozione della propria foto, avrebbe ragione di meditare sul ruolo che ebbe la seconda scissione del partito socialista: quei temi sono attuali ancora adesso.
Niccolò Carratelli si chiede se sarà proprio Giorgia Meloni a far rimuovere la foto di Mussolini dall’anticamera della Sala Verde di Palazzo Chigi. Invece di epurare la storia, sarebbe molto più significativo se rimuovesse dal suo simbolo l’inequivocabile fiamma.
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Marco Tronchetti
2 annoe fa
Caro Franco,
ho letto con grande interesse le Tue considerazioni. Tanto puntuali da stimolarmi ad aggiungere alcune mie riflessioni.
Hai ragione, la Storia va compresa, in tutte le sue articolazioni e non letta, invece, in modo strumentale, piegandola a considerazioni politiche d’attualità. E sul fascismo, le sue responsabilità e quelle di chi ne permise, sconsideratamente, il successo, credo sia sempre utile approfondire analisi e valutazioni. Credo, ancora oggi, che fosse più pertinente il giudizio di chi lo considerava “autobiografia della nazione”, come diceva Gobetti, piuttosto che non quello di chi ne parlava come di una “parentesi”.
Rimuovere foto e testimonianze di processi storici anche molto negativi e comunque controversi non ritengo sia la strada utile per capire e far capire alle nuove generazioni il senso profondo di ciò che è successo. Meglio studiare, discutere, distinguere. E conoscere, naturalmente, non vuol dire affatto né aderire né giustificare.
Quanto alla “fiamma” nel simbolo di Fratelli d’Italia, da rimuovere o meno, come atto simbolico, appunto, credo sia più importante, a mio modesto parere, guardare all’evoluzione del giudizio critico e negativo di Giorgia Meloni su un periodo terribile della storia italiana ed europea, come peraltro la nuova premier sta già facendo. E insistere, proprio in sede di discorso pubblico, sugli elementi di critica storica e culturale.
Quanto al nuovo governo, staremo a vedere, senza pregiudizi, cosa farà, sperando sinceramente che sia attento ai valori e agli interessi della nostra Repubblica e della Costituzione.
Grazie per il Tuo contributo a farci riflettere e discutere.
Un caro saluto,
Marco Tronchetti