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Il piano di Colaninno merita di andare all’esame del mercato

Pubblicato il 24/02/1999 @ 13:14 in Giornali,Il Sole 24 Ore


1. Struttura proprietaria di Telecom Italia.
Al tiro a segno contro il nocciolo duro voluto dal Tesoro, e individuato da Morgan Stanley, si sono esercitati proprio tutti; molti di quelli, giornalisti e politici, che oggi lo difendono dall’attacco di Olivetti, erano in prima fila. Sparavano contro contro Ciampi, che aveva regalato tanto gioiello ad azionisti tanto gretti ed imbelli.

Stiamo ai fatti: tutti gli azionisti del nocciolo duro hanno altrove i loro preminenti interessi, chi nell’auto, chi nelle banche, o nelle assicurazioni, o nelle attività sociali delle fondazioni. Il gruppo formatosi intorno a Colaninno é disposto a metter 2000 miliardi: di patrimonio personale. Il gruppo é compatto e coeso, mosso da un entusiasmo che contrasta marcatamente con le titubanze che Prodi dovette personalmente impegnarsi per superare.
E allora delle due l’una: o chi criticò il nucleo proposto dal governo e obietta a quello inventato dal mercato riconosce che bisogna allentare i vincoli posti a suo tempo- quello di non spezzare l’azienda in due, e quello di esigere un nucleo italiano – e in quel caso sarò il primo a rallegrarmene. Oppure bisogna riconoscere che l’alternativa Olivetti merita considerazione, e ha tutti i numeri per essere sottoposta al giudizio del mercato.

2. Struttura patrimoniale e strategia di Telecom.
Il progetto Olivetti indebolirebbe Telecom e quindi danneggerebbe gli azionisti. A dire il vero per ora gli azionisti non hanno di che lamentarsi: hanno ottenuto di conoscere il piano industriale della loro azienda, – domani a quanto pare, due anni dopo la privatizzazione; gli amministratori hanno promesso che prenderanno provvedimenti atti ad aumentare il valore dell’azione. Per ora chi l’ha fatto aumentare a 20.000 lire ( ci ricordiamo quando era a 8000?) é stata la previsione di un cambiamento di proprietà.
Il progetto di Colaninno prevede un’azienda con struttura patrimoniale molto indebitata. Un’autorevole corrente di pensiero sostiene che questo sia un vantaggio per gli azionisti e che il capitale debbano metterlo le banche. E’ un fatto che le aziende americane hanno una leva maggiore di quelle dell’Europa continentale, e che il rendimento del capitale è in Usa nettamente maggiore. Più in concreto : è meglio avere Stream o venderla? Finsiel è servita ad altro che ad evitare il fallimento dell’IRI? E’ utile spendere migliaia di miliardi per comprare partecipazioni di minoranza in Austria o a Cuba, per acquisire in Brasile pagando in dollari quello che gli altri avevano lasciato sul tavolo ( almeno così criticò allora il Financial Times)?
E’ meglio fare il grossista del traffico e vendere interconnessioni alle varie Tiscali che spunteranno, oppure fare concorrenza su tutta la linea?
Come si vede, ci sono più strategie tra i cavi e i satelliti di quanto si va dicendo. Ma é certo che quella fin qui seguita da Telecom, cioè quella del campione nazionale che deve coprirsi di gloria con strategie planetarie, sembra quella veramente pericolosa per gli azionisti di Telecom.

3. Struttura del nostro sistema economico.
Il nostro sistema economico ha un basso grado di concorrenza; la contendibilità del controllo è un potente stimolo per l’efficienza; il mercato ha bisogno di regole che diano a tutti possibilità di accesso. Tranne che per Nerio Nesi, dovebbero essere cose ovvie e condivise da tutti: e invece basta aprire i giornali di questi giorni per rendersi conto che così non è. Si é addirittura rimproverato a Massimo D’Alema di essersi rallegrato se il grado di concorrenza nel paese aumenta: ma se è vero che “la concorrenza fa bene”, come ripeteva Giuliano Amato, avrebbe dovuto forse dispiacersene?
Chi alla concorrenza crede veramente, ha – deve avere – un pregiudizio di partenza a favore dello sfidante. Perchè la concorrenza non sia solo teorica , vanno compensate le tante asimmetrie – in primo luogo quella informativa – che altrimenti renderebbero insuperabile il suo svantaggio rispetto all’incumbent. Nel panorama economico han da esserci colline e pianure. C’è chi ha sempre vissuto sulle alture e lì ha sviluppato le sue abilità; e ci sono quelli che tutta la vita hanno cercato dalla pianura di risalire la colline. Per loro le posizioni dominanti erano sempre quelle occupate dagli altri.
Sarebbe ridicolo se le leggi sull’OPA fossero in primo luogo ordinate a proteggere l’esistente. Ineccepibile che la Consob abbia richiesto chiarimenti aggiuntivi, ma doveroso augurarsi che la sospensiva venga al più preso superata e che la gara abbia luogo. E’ comprensibile che l’azienda attaccata si difenda: ma sarebbe un danno irrimediabile per gli azionisti, ed uno svantaggio per il paese, se per farlo l’azienda venisse resa praticamente non scalabile. E se fosse vero che per difendersi da uno straniero inesistente, Bernabé progetta di chiamare in soccorso British Telecom, varrebbe la pena di ricordare Ludovico il Moro e Carlo VIII. Che in pochi giorni conquistò l’Italia, “con speroni di legno e il gesso”.

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