I 13 milioni della Margherita finiti nelle società del Tesoriere

gennaio 31, 2012


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di Lorenza Sarzanini

Soldi del partito utilizzati per acquistare un appartamento al centro di Roma e altri beni personali. Ben 13 milioni di euro della Margherita che l’ex tesoriere del partito è accusato di aver dirottato su società italiane ed estere. Si tratta di rimborsi elettorali e di altri finanziamenti provenienti dal Partito democratico, ma Luigi Lusi – tuttora senatore del Pd – li avrebbe gestiti come se fossero suoi. Per questo è indagato per appropriazione indebita dalla Procura di Roma, ma l’inchiesta non è terminata.

Ci sono ancora alcuni aspetti da chiarire e uno riguarda l’intera movimentazione del conto corrente, sul quale aveva la delega a operare anche l’ex presidente Francesco Rutelli che ha già annunciato di essersi costituito parte civile insieme agli ex vertici del partito. L’attuale leader di Api è stato interrogato come testimone dai magistrati e ha dichiarato di non aver mai avuto alcun ruolo nella gestione economica. Lusi avrebbe invece ammesso di aver spostato i soldi e non è escluso che alla fine possa addirittura decidere di patteggiare la pena. Intanto sono stati comunque disposti ulteriori controlli per ricostruire «entrate» e «uscite» tra il gennaio 2008 e l’estate 2011, esattamente il periodo durante il quale il senatore avrebbe «svuotato» il conto, per verificare eventuali altri trasferimenti illeciti.

L’appartamento di lusso
Gli accertamenti vengono avviati nel novembre scorso quando i magistrati ricevono una segnalazione di operazione sospetta da Bankitalia. Da un conto corrente intestato a «Democrazia e libertà» sono infatti partiti novanta bonifici in poco più di due anni e mezzo e dunque si chiede alla Guardia di Finanza di scoprire causali e destinatari dei soldi. Quel deposito – come scoprono gli investigatori delle Fiamme gialle – «è alimentato da accrediti disposti a titolo di rimborso elettorale e da trasferimento di fondi del Partito democratico». Si scopre così che gli accrediti sono stati tutti inviati alla «TTT srl». Si tratta di una società riconducibile a Lusi e il passaggio di denaro è stato giustificato come «pagamento di fatture per consulenze». In realtà le verifiche patrimoniali raccontano tutt’altra storia. Con i soldi del partito, l’ex tesoriere della Margherita ha acquistato uno splendido appartamento in via Monserrato 24, nel cuore della Capitale, e l’ha pagato un milione e 900 mila euro. Agli atti dell’indagine viene allegata la pratica di mutuo e la documentazione dalla quale risulta che l’acquirente è proprio il politico del centrosinistra, visto che negli atti notarili non vengono indicati altri beneficiari.

Le società canadesi
Le verifiche proseguono e l’attenzione degli investigatori si concentrano su un’azienda che si occupa di transazioni di stabili e appartamenti, la «Paradiso immobiliare». Le prime verifiche accreditano l’ipotesi che anche in questo caso possa trattarsi di un trasferimento fittizio di denaro che in realtà ritorna poi nella disponibilità privata di Lusi. Ma sono gli importi a interessare chi indaga. Perché c’è un primo trasferimento di un milione e 863 mila euro nella casse di questa società e viene disposto un ulteriore accredito allo stesso beneficiario, questa volta pari a 2 milioni e 815 mila euro. La causale è sempre la stessa: consulenze. È possibile che si tratti di prestazioni professionali legate a compravendite di beni molto costosi, ma perché utilizzare i soldi del partito? Lusi si è davvero appropriato indebitamente di tutti questi soldi o copre invece affari di altri? Una pista da seguire porta direttamente a Toronto, dove ha sede la Luigia Ltd, società di dominio canadese anch’essa riconducibile a Lusi, che riceve 272 mila euro. E poi ci sono trasferimenti di somme di inferiore entità, ma ritenuti comunque interessanti dagli inquirenti perché riguardano direttamente Lusi. Sul suo conto personale vengono bonificati 49 mila euro, altri 60 mila arrivano invece su quelli intestati al suo studio legale. Ulteriori 119 mila euro li riceve pure uno studio di architettura «Giannone-Petricone» che ha sede in Canada. Non sembra affatto una coincidenza il fatto che Pina Petricone è la moglie di Lusi e risulta nata a Toronto.

Le mancate autorizzazioni
Il senatore del Pd viene convocato in Procura la scorsa settimana e gli viene chiesto conto di ogni movimentazione. Secondo le indiscrezioni non avrebbe negato il trasferimento di denaro e adesso i magistrati vogliono capire se davvero sia riuscito a sottrarre i 13 milioni senza che nessuno se ne accorgesse, o se invece abbia potuto contare sulla complicità di qualcuno. Appare infatti poco credibile che in tre anni – quando la Margherita era già fusa con i Ds ed era nato il Partito democratico – nessuno gli abbia chiesto conto della destinazione dei soldi. Anche perché si trattava per la maggior parte di rimborsi elettorali e dunque di disponibilità da utilizzare per iniziative degli esponenti del partito o comunque da concordare con il Pd che, tra l’altro, aveva dirottato parte dei finanziamenti proprio su quel deposito.

Rutelli ha negato di aver autorizzato trasferimenti di somme, bisognerà capire che tipo di controlli erano stati predisposti dalla Margherita, tenendo conto che circa 5 milioni sono stati utilizzati per pagare le tasse. Si deve verificare se si trattava di imposte relative ai soldi ricevuti dalla Margherita dopo le elezioni oppure di balzelli relativi agli affari privati. E così stabilire anche chi avrebbe dovuto vigilare sul corretto utilizzo dei soldi e non l’ha fatto.

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