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Gli svantaggi imprevisti di eliminare una banconota

Pubblicato il 14/05/2016 @ 10:41 in Giornali,Il Sole 24 Ore


«Tieni sempre un biglietto da 1.000 franchi nel portafoglio», mi diceva mio padre, che aveva vissuto due guerre mondiali, vent’anni di dittatura, ed era scampato agli orrori della persecuzione. Franchi svizzeri intendeva: l’euro non c’era ancora, e il marco tedesco non era proprio una cosa che si associava alla salvezza. Oggi in Europa siamo fiduciosi che le vicende del secolo breve siano consegnate ai libri di storia; ma in giro per il mondo ci sono paesi con governi autoritari, divisi da guerre interne, con monete dall’incerto valore e non convertibili, con fallimenti bancari: in quei Paesi dollaro, euro, sterlina sono la principale riserva di valore. Tant’è che il biglietto da 100 dollari gode di un aggio rispetto a quelli di taglio inferiore, e le banconote da 50 pound costituiscono un quinto delle sterline in circolazione. Il consiglio paterno mi è tornato alla mente leggendo che la Bce ha deciso di non stampare più banconote da 500 euro. I biglietti di banca si consumano, si distruggono, finiscono dentro i portafogli, e quindi i “bin Laden” (il nome con cui è conosciuto il 500 euro) usciranno dalla circolazione. È vero che il compito della Bce è fornire moneta all’economia dell’eurozona: ma l’Europa non può disinteressarsi di quello che succede nei Paesi problematici ai suoi confini, e se lo fa, ci sono le ondate dei migranti a ricordarlo. È vero anche che c’è la moneta elettronica: ma governi illiberali esistono, e difendersi dagli hacker può essere più difficile che proteggersi dai ladri.

La banca ritiene che l’eliminazione del taglio da 500 euro (e il sostanziale disuso in cui è caduto quello da 200 euro) serva alla lotta al terrorismo, a combattere la criminalità organizzata, a contrastare l’evasione fiscale. Smettere di stampare diluirà nel tempo gli effetti di questa decisione, ma valgono le stesse considerazioni che si fanno a proposito del 100 dollari ogni volta che qualcuno propone di abolirli: valutare cioè se eliminando biglietti di taglio maggiore si conseguiranno i vantaggi attesi e se non si andrà invece incontro a svantaggi imprevisti.

Certamente maneggiare cinque biglietti in luogo di uno è più scomodo: ma si stenta a credere che chi sa far funzionare così bene il ciclo della cocaina – coltivazione, raffinazione, trasporto, distribuzione – eludendo eserciti e polizie, messo di fronte a questa “scomodità” si ravveda e cambi mestiere: quando gli basta scaricare il maggior costo, una frazione di centesimo, sul consumatore finale. Anche la valigia con cui passare la frontiera dovrà essere più grossa, ma non sembra una difficoltà insormontabile: basterà pagare un contrabbandiere in più. Quanto all’evasione fiscale, la parte delle imposte non pagate che l’idraulico o l’imbianchino retrocedono al cliente è tale che il disturbo di pagare con biglietti da 100 euro è trascurabile. E i negozi che non emettono scontrini hanno a che fare con transazioni di valore nettamente inferiore. Quanto al terrorismo, questo si finanzia attraverso canali che toccherebbe a banche centrali e governi controllare e chiudere.

L’eliminazione del 500 euro potrebbe avere conseguenze anche sulla politica degli interessi negativi: adottata dalla Bce, è stata seguita dalla Banca del Giappone, potrebbe esserlo anche dalla Federal Reserve. Tasso negativo vuol dire che la banca chiede al depositante di pagare un prezzo per custodire il suo danaro. Quando questo prezzo è superiore al costo di custodirlo nei propri forzieri, non gli conviene più tenerlo che versarlo alla banca. Se però non ci sono più biglietti di grosso taglio, il costo di “metterlo sotto il materasso” aumenta: contare 5 biglietti da 100 euro costa di più di contarne uno da 500, custodirli occupa più spazio. Il depositante è quindi disposto a pagare un prezzo più elevato alla banca perché lo custodisca. Il risultato è che eliminare i biglietti da 500 euro consente alle banche di perseguire una politica più aggressiva di tassi negativi. È anche per questa ragione che in Germania l’opinione pubblica è fortemente contraria all’abolizione del 500 euro. La stragrande maggioranza dei cittadini usa il danaro per scopi legittimi, perché, a differenza del danaro elettronico, è semplice, sicuro e anonimo. Usarlo è un diritto e ogni limitazione è una riduzione della libertà, una lesione del diritto di proprietà. Lesione già silenziosamente in atto, almeno in Italia, dove l’uso di banconote da 200 e 500 euro è di fatto interdetto, pare anche su indicazioni di banche, poste, Banca d’Italia: ci sono casi in cui la moral suasion la si esercita con successo.

Il danaro non è solo mezzo di scambio, è invenzione politica. I biglietti hanno due facce, le monete testa e croce: testa per ricordare il potere sovrano che la emette, croce a confermare un valore accettato in tutti gli scambi sul mercato(le banconote dell’euro non mostrano le effigie né di precursori né di fondatori, ma di ponti e di cattedrali). Il danaro si carica anche di valori simbolici, in primo luogo nei riguardi delle istituzioni: la fiducia che esse difenderanno la nostra libertà e garantiranno i nostri diritti, compreso quello di proprietà.

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