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Gli hedge funds e il caso Volkswagen

Pubblicato il 01/11/2008 @ 15:46 in Corriere Della Sera,Giornali

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Interventi e repliche

«Il caso Volkswagen, scrive Massimo Mucchetti, ha messo gli hedge funds addirittura in ridicolo» (Corriere, 31 ottobre). Avevano venduto titoli VW contando che la recessione colpisse tutti i titoli ciclici. Ma nel frattempo Porsche, che ufficialmente aveva il 35% della VW, aveva aumentato il suo controllo fino al 74,1%, usando strumenti che in Germania consentono di non rivelare al mercato l’incremento della partecipazione. Così il circolante si era ridotto al 5,8%: la necessità di ricoprirsi a qualsiasi prezzo ha fatto schizzare il titolo da 210 euro a 1.005 euro, facendo di VW la prima società al mondo per capitalizzazione, e facendo perdere ai fondi hedge da 20 a 30 miliardi di euro.

L’affermazione di Mucchetti lascia perplessi: poche righe prima condanna gli hedge funds per l’«opacità dei comportamenti e l’allergia alla regolazione», e poi li sbeffeggia quando sono essi stessi vittime di una regolazione che consente l’opacità e la manipolazione del mercato? Ritiene forse che sarebbe meglio se anche da noi venisse soppressa la regola che obbliga a rivelare al mercato l’acquisto di quote rilevanti? Sarebbe d’accordo se, poniamo caso, Axa potesse un bel giorno annunciare di avere rastrellato una quota di Generali superiore a quella di Mediobanca? Da noi l’Ifi e suoi amministratori sono stati sanzionati per non avere rivelato al mercato un’operazione condotta con derivati. Vedi caso uno strumento analogo a quello usato da Porsche per la sua scalata sotterranea.
In realtà chi critica i fondi hedge fa, certo involontariamente, il gioco di chi vuole un mercato poco trasparente perché lì può fare quel che vuole a danno del solito «parco buoi».

Mucchetti non ha dubbi: tra gli «industriali forti e finanzieri brillanti» che «inseguono ambizioni manifatturiere», e «i supponenti hedge funds» che cercano solo di investire dove le prospettive sono migliori, ad aver ragione sono sempre e comunque i primi. Ma se fosse nel giusto Sergio Marchionne – il quale sostiene che la Porsche è un hedge fund che produce automobili – come farebbe a decidere?

Se anche gli altri hedge funds fossero capaci di fare quello che fa l’hedge Porsche, e cioè ricerca, alti salari, occupazione in patria e alti utili operativi, sarebbe meglio per tutti. Ma di solito sono solo capaci di accentuare le tendenze al rialzo e al ribasso di una Borsa che da 15 anni almeno serve solo a drenare ricchezza dalle imprese anziché procurare risorse per gli investimenti. Adesso, chiuderanno a migliaia. Dovremmo piangere? Il contributo di hedge et similia al mercato è sotto gli occhi di tutti.

Massimo Mucchetti

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