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Follini e Debenedetti: l’eccezione alla storia dei melii

Pubblicato il 19/05/2003 @ 16:46 in Corriere Della Sera,Giornali

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Lettere a Paolo Mieli

Non sono affatto come i melii quelli che ormai si suol chiamare terzisti, caro Mieli. Gli isolani della colonia spartana volevano essere neutrali, «alleati né degli uni né degli altri». Invece nell’arcipelago dell’opposizione, una netta demarcazione passa tra «sinistra di governo» e «sinistra identitaria».

Tant’è che la critica più di fondo che mi è stata rivolta – lei lo ricorda bene – è proprio di anteporre l’obiettivo di vincere a quello di testimoniare fedeltà a ideali e tradizioni. Quella che sembra mediazione, è in realtà selezione: per non dare all’avversario né il vantaggio di sparare contro argomenti sbagliati, né quello di esibirne in esclusiva di giusti. Le antiche certezze sono trincee sicure, a volte confortevoli, confortanti le chiacchiere tra vecchi compagni d’armi, rassicuranti anche se inoffensivi i botti fragorosi. Il terzista invece sceglie la prima linea: restare colpito dal fuoco amico è un’eventualità messa in conto. Potrà condividere la fine dei melii, non ne condivide la strategia.
Franco Debenedetti

Lettera di Marco Follini

Le scrivo, caro Mieli, dall’isola di Melo che lei ben conosce. È arrivato qui l’altra sera un esule italiano che mi ha raccontato le più recenti vicissitudini politiche del suo Paese. Dice che ultimamente ci sono state molte tempeste giudiziarie e che lo scontro tra i partiti si è incattivito un bel po’. Ma dice pure che il suo Paese ha un’anima politica mite e garbata e, a riprova di questo, cita il fatto che perfino durante la guerra fredda, quando la posta in palio era la stessa civiltà democratica, e poi durante gli anni di piombo i duellanti di allora seppero rispettare alcune regole e misure comuni. Infine dice che agli elettori del suo Paese piace una politica vivace e combattuta ma a patto di non esagerare. Simulano la guerra civile ma non la combattono. E alla lunga, dice, il consenso premia i moderati. Non ho ben capito se affermava una verità o cercava una consolazione. Ha con sé un bagaglio leggero e dice che ripartirà abbastanza presto.
Marco Follini

Risponde Paolo Mieli

Cari Follini e Debenedetti, da tempo siete usciti allo scoperto come un leader del centrodestra e un autorevole esponente del centrosinistra, sensibili al richiamo del terzismo. Terzismo che non è una ricerca di neutralità o di felice equidistanza dalle parti in conflitto, bensì un modo diverso di collocarsi nel centrodestra e nel centrosinistra per evitare al proprio schieramento di essere travolto dal conflitto stesso. Faccio presente a Debenedetti che fu così anche per i melii, i quali, pur essendo colonia spartana, si schierarono esplicitamente dalla parte degli ateniesi. A spingerli non fu affatto il desiderio di non schierarsi; pretendevano però di stare dalla parte degli ateniesi alla loro maniera, decidendo loro se, come e quando sarebbero entrati nel conflitto. Atene ritenne che concedere loro questa facoltà, sarebbe stato considerato dagli altri suoi alleati una prova di debolezza. E per questo combattè, vinse e sterminò i melii.
Lo stesso che – escluso, mi auguro, lo sterminio finale – capita a voi. A me è chiaro che è molto, molto improbabile che lei, caro Follini, si trasferisca nel centrosinistra così come è impossibile che lei, caro Debenedetti, passi al campo berlusconiano: altrettanto evidente è che vi battete per far valere il vostro punto di vista dall’interno della coalizione in cui siete collocati per il bene della coalizione stessa. Possono, però, i capi di centrodestra e centrosinistra tollerare la vostra (fortunatamente non isolata) autonomia? Stando al passato, dovremmo dire di no. È possibile che almeno uno di voi due (forse entrambi: e qui non sto parlando di voi come persone fisiche, ma di quel che rappresentate) possa far eccezione a quel che si è detto. Eccezione che, però, confermerebbe la regola sancita dalla storia, per cui non si sfugge al triste destino dei melii. E vorrei che ne fossero consapevoli gli aspiranti terzisti.

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