Divisi dall’asse Parigi-Berlino

gennaio 9, 2004


Pubblicato In: Giornali, Panorama


Le posizioni di Francia e Germania rendono tutto più difficile

Continuerà la discesa del dollaro, che mette in crisi le esportazioni e le imprese europee? Dalla fine di Gennaio del 2002, il dollaro ha perso il 30% rispetto all’euro, è rimasto invece stabile rispetto alle monete asiatiche. La causa profonda di questi scompensi sta, secondo Peter Garber della Deutsche Bank, nell’enorme offerta di mano d’opera dell’Asia.

I paesi asiatici prestano all’America i soldi perché questa possa comperare i loro prodotti: così riescono a fare entrare nell’economia moderna, ogni due anni, una forza lavoro equivalente a quella di un paese come la Francia o l’Italia. L’America stimola la propria crescita tagliando le tasse e aumentando le spese pubbliche, soprattutto quelle militari militari: compera ( a basso costo) più di quanto esporta, quindi si indebita, ma continua a crescere, mantenendo sostanzialmente uno stato di piena occupazione. Così è diventata un grande debitore, e i capitali incominciano a considerare gli investimenti in USA rischiosi. L’Europa, che lascia che il valore delle proprie monete sia determinato dai flussi di capitali privati, vede l’euro – e in misura minore anche la sterlina- apprezzarsi.

Così mentre Cina e USA perseguono due politiche complementari, una di stimolo all’economia a costo di indebitarsi, l’altra di una crescita dell’occupazione a costo di finanziare il proprio cliente, l’Europa riesce solo a seguire il pilota automatico che la Banca Centrale tiene fermo sul traguardo della stabilità monetaria interna. Le due sconfitte che si sono succedute, prima all’Ecofin, dove si è registrata l’incapacità di aggiornare il Patto di stabilità alla nuova situazione mondiale, poi alla conferenza intergovernativa, dove è fallita l’ipotesi una costituzione che renda più facile il processo decisionale, derivano da una divisione che attraversa l’Europa su questioni fondamentali. A quella tra i due capitalismi, renano e anglosassone, si è sovrapposta, lacerante, quella tra i due Occidenti, sulla guerra al terrorismo; in entrambi i casi si contrappongono da un lato Francia e Germania, dall’altro l’Inghilterra e molti dei paesi che hanno sofferto per mezzo secolo sotto il comunismo. La spaccatura provocata da Francia e Germania sull’Irak aumenta la difficoltà per l’Europa di ritrovare la convergenza di interessi economici e di difesa militare da cui è nata. E quindi a mettere in atto politiche che valgano a contrastare gli squilibri di cui soffriamo.

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