Debenedetti: no a misure eccessive per Silvio

aprile 2, 2006


Pubblicato In: Corriere Della Sera, Giornali

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Inutile e antidemocratica una legge ad hoc

Piazzale Loreto? Il senatore diessino Franco Debenedetti, anima liberal della sinistra, non ama queste immagini da regolamento di conti. Tanto più se a evocarle, polemicamente, è il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri. Commenta: «E’ stato un eccesso retorico. Anche D’Alema giudica sbagliato il riferimento, persino come metafora».

Giorgio Bocca si è spinto fino a definire Berlusconi un «dittatorucolo»che ama essere adulato «come il Nerone di Petrolini».
«In un sistema bipolare anche il capo dell’opposizione è una figura istituzionale. Anche chi lo sarà a giorni, come Berlusconi, va trattato con un certo rispetto».

La questione principale rimane il conflitto di interessi del presidente del Consiglio. La sinistra, su impulso del senatore diessino Stefano Passigli, si propone di regolarla, ricorrendo a una nuova Authority.
«Come le tasse, è un argomento scivoloso, soprattutto per la sinistra. Se si vuole impedire che una persona in possesso di determinati beni venga eletta, si lede un diritto fondamentale, quello all’elettorato passivo. Consentire a una parte politica di negare al leader di quella avversa il diritto ad essere eletto per motivi così contingenti, sarebbe una grave ferita alla Costituzione. Perché oggi si parla di televisioni, ma lo stesso potrebbe valere per banche e telecomunicazioni. O in generale per il grande, o meno grande, potere economico. Un vulnus ancor meno scusabile da parte di chi si autoproclama custode della intangibilità della Costituzione».

Lei è favorevole, invece, a introdurre una norma che stabilisca l’incompatibilità ad essere nominato Primo ministro?
«Ancor più antidemocratico sarebbe impedire di ricoprire la carica a chi fosse stato indicato dalla maggioranza degli elettori. E non occorre un esercizio di grande fantasia per immaginarsi un modo di aggirarla».

Quale sarebbe?
«Berlusconi potrebbe candidare un suo fedele come Gianni Letta a Palazzo Chigi. Se lo immagina che campagna farebbe contro i “comunisti” che sono contro la proprietà privata e vogliono espropriare i frutti del lavoro di una vita? Vinte così le elezioni, il primo provvedimento del governo sarebbe quello di abolire la legge sul conflitto di interessi».

Come si risolve allora la situazione?
«Domenica prossima gli italiani non scelgano una persona come Silvio Berlusconi per ricoprire la carica di capo del governo».

E l’altra faccia del problema, il duopolio anomalo della televisione?
«Ad evitare per sempre che il padrone di Mediaset possa, se mai tornasse al governo, controllare anche la Rai, basta venderla ai privati. Non c’è neppure bisogno di una legge, la Gasparri lo prevede».

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