Debenedetti: «Ma così ci facciamo solo male»

luglio 7, 2001


Pubblicato In: Giornali, La Repubblica


Intervista di G.D.M.

«È un errore infilarsi in un coacervo di contraddizioni com’è quello rappresentato dal popolo di Seattle. Questa non è politica, è solo turismo antiglobalizzazione». L’adesione della Quercia alla manifestazione di sabato del Genoa social forum non convince il senatore diessi­no Franco Debenedetti.

Lotta alla povertà, cancella­zione dei debiti, uguaglianza. Le richieste degli anti-G8 possono lasciare indiffe­rente la sinistra?
«No, certo. Ma andare a Genova a protestare non fa altro che aumen­tare la confusione. Perché confusi sono i temi che carat­terizzano i no-global. Un’opposizione di governo, come dovrebbe essere quella dei Ds, sta di qua non di là. Dalla parte della proposta, non dalla parte della protesta. E noi abbiamo tanti temi da proporre senza confondere la gente. Istanze co­me la lotta alla povertà, la questione sanitaria non trovano ascolto solo nello schieramento del popolo di Seattle».

I Ds si mettono dalla parte sbagliata della barricata?
«Tocca anche a noi, è ovvio, dare visibilità ai problemi creati dal mondo globale. Ma il G8 si fa carico della complessità della situazione, di riconoscere e af­frontare i punti controversi della globalizzazione. Dall’altra parte ci si limita a fare un elenco. E la stessa differenza che corre tra chi, per un libro, si occupa di scrivere la trama e chi invece si limita a fare l’indice analitico. È molto facile elencare i proble­mi, più difficile è affrontarli. Co­me si conciliano, ad esempio, tra i contestatori le posizioni prote­zioniste di Bovè e i bisogni dell’Africa per cui si chiede di annullare o ridur­re le barriere doga­nali che impedi­scono le esporta­zioni? Possiamo affrontare le gran­di questioni del mondo stando dalla parte di chi vive queste contraddizioni? Io penso di no».

La Quercia torna partito di lotta e dimentica il governo?
«Spero che questo non sia un precedente. È logico che i Ds si pongano il problema della po­vertà o dell’uguaglianza. Sono temi immanenti nella politica, priorità della sinistra. Bisogna vedere come risolverli, quali so­no le risposte più razionali. An­dare a Genova non è una rispo­sta razionale».

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