Dai pellegrinaggi al Club Med

ottobre 5, 2010


Pubblicato In: Giornali, Vanity Fair


da Peccati Capitali

Ha poco più di mezzo secolo il business del “turismo individuale di massa”. Fu Vladimir Ritz, un russo bianco ebreo scappato dai bolscevichi nel ’28 e dai nazisti nel ’39, e scomparso in agosto, a intuire che poteva esserci un mercato a offrire, a prezzi affrontabili da una classe di non ricchi, una vacanza che mettesse insieme il sole, la spiaggia e uno stile di vita più libero e disinibito: nel 1959, su aerei dismessi dall’Air Force, portò il primo gruppo di inglesi da Gatwick a Calvi, e li ospitò in tende per due settimane, con 1200 € di oggi. Un anno dopo nasceva il Club Mediterrané, e a seguire imitazioni e varianti.

Il primo turismo di massa sono i pellegrinaggi che, intorno al 1100, da pene comminate dai tribunali, diventano atto devozionale. A capire le potenzialità del mercato sono i veneziani, che puntano sulla customer satisfaction. Navi con migliore reputazione della concorrenza siciliana o catalana, equipaggi che giurano di non rubare più di 5 scellini per passeggero, il “tutto compreso” –gabelle locali e scorte armate – garantito dai tribunali veneziani. A metà del ‘400 leader di mercato é Agostino Contarini, un vero imprenditore, con agenti di vendita fin nelle Fiandre, che organizza viaggi in Terrasanta per 60 ducati al giorno (un maestro muratore ne guadagnava 5 al mese).

Il business di Ritz decollò perché riuscì ad aggirare i divieti e le esclusive che i governi avevano posto a tutela delle compagnie di bandiera. Quello di Contarini crollò quando l’escalation di esosi arbitri dei governatori arabi in Palestina rese impossibile garantire i contratti.

La solita storia.

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