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→  maggio 7, 2012


Ja
by Thomas Bernhard
Suhrkamp, 2011
pp. 150


Traduzione italiana

di Thomas Bernhard
Guanda, 2012
pp. 104


In un sonnolento villaggio austriaco, uno studioso di scienze naturali che vive da tempo in totale isolamento decide di confessare la propria “infermità psicoaffettiva” e di “rovesciare fuori” la parte interiore di sé. Con questa intenzione si reca a casa dell’amico Moritz, un agente immobiliare che, al contrario, vive a contatto quotidiano con gli altri. Proprio quando lo scienziato entra nel vivo delle sue confidenze, compare una coppia di clienti dell’amico: lui è un costruttore svizzero, lei è persiana. Fin dal primo istante la donna affascina l’intellettuale, che scopre in lei una degna compagna di passeggiate, conversazioni e disquisizioni filosofiche. Lo scienziato ne trae vantaggio: l’incontro con la donna lo rende di nuovo “avido di vita”, e lo allontana dall’idea accarezzata del suicidio. Ma a lei non accade la stessa cosa: in fondo, nel suo tentativo di confessarsi, c’è ben altra e più profonda solitudine, il cui senso è racchiuso proprio nel suo estremo, definitivo sì.

→  aprile 16, 2012


A Universe from Nothing:
Why There Is Something Rather than Nothing

by Lawrence Krauss
Free Press, 2012
pp. 224


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→  marzo 5, 2012


Engineering the Financial Crisis:
Systemic Risk and the Failure of Regulation

by Jeffrey Friedman e Wladimir Kraus
University of Pennsylvania Press, 2011
pp. 224

Review by Antonio Foglia

One of my more politically and financially alert friends called my attention to Friedman and Kraus’s book, noting they had similar views to mine. Having so far only expressed them in one paper [1] and numerous newspaper articles, I realised from his tone the added credibility that comes from putting them in a book…

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→  febbraio 21, 2012


Sudditi.
Un programma per i prossimi 50 anni.

a cura di Nicola Rossi
Istituto Bruno Leoni
di prossima pubblicazione


1. Un contro – senso.

Il diritto è un insieme di norme che regolano i rapporti dei cittadini tra di loro e del cittadino con lo stato. La sovranità è del popolo, il Parlamento fa le leggi, il governo le fa applicare: ma nonostante la struttura istituzionale preveda la formale separazione dei poteri, nonostante la Corte Costituzionale vigili sulla coerenza delle leggi al dettato costituzionale e la magistratura sulla loro imparziale applicazione, rimane un’irriducibile asimmetria: nella piramide del potere, in alto stanno sia coloro che fanno le leggi sia coloro che le fanno applicare, in basso sta il cittadino. Sicché  quando si sente la parola “abusi”, subito si pensa ad atti compiuti a danno di quelli che stanno nella parte bassa della piramide da parte di quelli che stanno nella parte alta. E quando essi compiono l’abuso avvalendosi delle norme di diritto che essi stessi hanno scritto, allora il cittadino sente di essere stato privato di quella sovranità che teoricamente è sua e di essere ridotto a suddito. Quando l’abuso è abuso a mezzo di diritto, non resta più neppure l’illusione del mugnaio prussiano che invocava “un giudice a Berlino”.

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→  gennaio 24, 2012


Terremoti finanziari.
Come le fratture nascoste minacciano l’economia globale

di Raghuram G. Rajan
Prefazione di Franco Debenedetti
Einaudi, 2012
pp. 200


Titolo originale
Fault Lines.
How Hidden Fractures Still Threaten the World Economy

by Raghuram G. Rajan
FT editor
pp. 200

1. Da Ginevra a Jackson Hole.
Vendere rendite vitalizie fu uno degli strumenti di finanza creativa escogitati dalla monarchia francese nel XVIII secolo nella sua insaziabile ricerca di denaro. Sfruttando il fatto che, per renderle più attrattive, queste obbligazioni potevano essere legate non solo alla vita di chi le acquistava, ma anche a quella di terze persone, ad alcuni banchieri ginevrini venne l’idea di selezionare gruppi di donne – anche allora avevano aspettative di vita maggiori degli uomini – sui trent’anni, in buona salute, di acquistare vitalizi per ciascuna di esse, di «impacchettarli» in modo da diversificare rispetto al rischio di morte accidentale, e di rivenderne quote ai cittadini ginevrini.

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→  dicembre 6, 2011


IL MITO VIRTUISTA
e la letteratura immorale

di Vilfredo Pareto
Introduzione di Franco Debenedetti
Editore Liberilibri
2011, pp. 210


Si può leggerlo in due modi, Il mito virtuista. Si può prenderlo come l’opera letteraria di un uomo singolare: logico e passionale, preciso e fantasioso, ironico e caustico, coltissimo di storia e attento alla cronaca. Senza curarsi troppo di dimostrazioni e tassonomie, gustarsi esempi e citazioni, senza voler cogliere l’architettura complessiva, seguirlo su per le scale ripide della sua indignazione e nei saloni sontuosi della sua cultura. È il suo procedimento: «… appena trova una proposizione generale, un rapporto tra due fenomeni, ha l’abitudine di rovesciarle addosso, a titolo di prova empirica o, come preferisce dire, sperimentale, una caterva di fatti, testimonianze storiche, aneddoti, curiosità, proverbi. Al riguardo la miniera inesauribile di Pareto è la storia dell’antichità classica greco-romana. Il divertimento è assicurato.» A questi lettori il consiglio è di incominciare con il capitolo II.

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