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→  aprile 19, 2007


La particolarità del mercato delle telecomunicazioni, soprattutto nel nostro Paese e variazioni sul tema “media”. Il libro di Franco Debenedetti si propone come una “critica liberale” al progetto Gentiloni sulla televisione.

Il video della presentazione che si è tenuta a Roma il 19 aprile nella Sala Capitolare del Chiostro del Convento di S.Maria sopra Minerva a Roma. A discutere con l’autore: Franco Bassanini, Antonio Maccanico e Giulio Tremonti. Il dibattito è stato moderato da Enrico Mentana.

Mentana introduce il dibattito

Debenedetti risponde
Perché questo libro

Franco Debenedetti
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→  aprile 4, 2007


di Gotti Tedeschi Ettore, Mingardi Alberto

La superiore efficienza del sistema di mercato sembra trovare sempre maggiori consensi. Ma il mercato – si sostiene spesso – deve essere emendato e corretto: bisogna mettere le briglie agli spiriti animali del capitalismo “selvaggio”. Questo libro prende una direzione molto diversa. Proprio l’economia di mercato, al suo massimo grado di libertà, può assicurare benessere e crescita. In particolare, i tentativi di proteggere la concorrenza da se stessa – attraverso l’operato delle autorità antitrust – sono pretestuosi e controproducenti. La tesi forte degli autori è che solo una concorrenza affrancata da ogni vincolo, e proprio per questo non selvaggia bensì giusta, è capace di garantire gli interessi di tutti più di qualsiasi intervento moderatore.

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→  marzo 22, 2007


di Bertrand Russell

Nel 1929, questo saggio fu considerato scandaloso dagli ambienti più tradizionalisti. Oggi, molte delle idee in esso sostenute sono entrate nel dibattito politico e alcune sono state recepite dalla legislazione del diritto familiare. Eppure, dopo quasi ottant’anni, il testo conserva intatta la sua carica «eversiva» contro il pregiudizio e i luoghi comuni in materia di vita sessuale.
L’impietosa critica del filosofo è soprattutto contro la religione cristiana, colpevole di aver imposto una morale sessuofobica; in realtà, Russell non svilisce il ruolo sociale del matrimonio, anzi lo considera «la migliore e più importante istituzione che possa esistere tra esseri umani», se inteso come alleanza e vincolo profondo per la costruzione di una famiglia e non come censura dell’amore passionale, che secondo il filosofo deve potersi esprimere anche al di fuori del matrimonio. Ma l’analisi va oltre, coinvolgendo educazione dei figli, contraccezione, divorzio, omosessualità, salute e istruzione pubblica, in una riflessione tutt’ora ricca di stimoli su temi di perenne attualità anche nella società del terzo millennio.

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→  gennaio 11, 2007


di Marc Lazar

Lazar è perentorio: gli anni tra il 1994 e il 2006 rappresentano per il Cavaliere la sua età dell’oro in politica. Per i suoi oppositori sono invece un incubo. Ma sarebbe superficiale, e rischioso, bollare il ‘fenomeno Cavaliere’ come una patologia inesplicabile provocata dal potere televisivo, malattia di un corpo di per sé sano e robusto. «Se l’Italia degli anni Novanta ha favorito la fioritura di Berlusconi in politica, questi ha anche marcato di sé, come ferro rovente, l’Italia di questo inizio del nuovo millennio, lasciando una traccia profonda, forse indelebile.»

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→  novembre 26, 2006

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“Se una parola può essere grossolanamente adoperata, scriveva Luigi Einaudi, si può dire che [i grandi giornali nati a cavallo tra l’Otto e Novecento] rappresentavano a lungo andare una delle correnti dominanti nel Paese di quella cosa indistinta e inafferrabile, ma tuttavia reale ed esistente, che è l’opinione pubblica.” E tra “i grandi giornali”, insieme a Times, Frankfurter Allgemeine Zeitung, New York Times, Chicago Tribune, metteva il Corriere. La citazione è tratta da “Il baco del Corriere” il nuovo libro di Massimo Mucchetti, appassionato e denso di fatti e di idee.

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→  novembre 16, 2006


di Massimo Mucchetti

La storia dei giornali s’intreccia da sempre con quella dei potentati dell’economia. Lo si è visto anche nella calda estate del 2005 con la scalata al “Corriere della Sera”. Ma proprio gli esiti di quel resistibile assalto e, poi, la crisi al vertice di Telecom Italia, il rastrellamento di azioni Fiat fatto dagli Agnelli e i contrasti tra Capitalia e Capitalia portano in superficie tutti i limiti della coalizione economico-finanziaria che sta a capo del primo gruppo editoriale italiano. E inducono Massimo Mucchetti – vicedirettore del “Corriere” spiato assieme all’amministratore delegato di Rcs fin dal 2004 – a chiedersi se e come possa cambiare il vecchio modello che assegna la proprietà del primo gruppo editoriale italiano a un “patto di sindacato” formato da banche e industriali, i cui interessi di fondo confliggono con quelli della libera informazione.

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