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→  febbraio 12, 2009


di Piergiorgio Odifreddi

Il bicentenario della nascita (12 febbraio 1809) e il centocinquantenario della pubblicazione del suo capolavoro L’origine delle specie (24 novembre 1859) ci forniscono una buona occasione per avvicinarci a Darwin, ripercorrendo insieme a Piergiorgio Odifreddi le tappe salienti del suo pensiero, le sue ripercussioni nella cultura moderna e le reazioni che ha scatenato di là e di qua del Tevere.

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→  novembre 3, 2008


di Edmondo Berselli

I sinistrati siamo noi. Brutalizzati alle elezioni, battuti culturalmente, spintonati ai margini di una società cattiva. Alcuni legati a un’idea troppo razionale di riforme difficili, altri pervasi dalla nostalgia di rivoluzioni impossibili. Risultato: vinceranno sempre gli altri. Perché noi siamo fuori tempo, fuori moda, fuori gioco. E con la triste euforia degli esclusi, fra l’autolesionismo e l’autocompatimento, ci prepariamo a diventare una minoranza permanente. Ma non è colpa nostra: scienziati autorevoli hanno dimostrato che si è di sinistra per via del Dna.

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→  novembre 3, 2008


di Vittorio Girotto, Telmo Pievani, Giorgio Vallortigara

La teoria darwiniana dell’evoluzione rappresenta uno dei maggiori successi scientifici di ogni tempo; eppure molte persone che non si occupano di scienza a livello professionale la rifiutano e mostrano invece di credere in varie forme di creazionismo. Sembra, come ha osservato Richard Dawkins, che il nostro cervello sia stato specificamente «progettato» per fraintendere il darwinismo e che l’ipotesi di una “mente creatrice superiore” sia per l’uomo più attraente e naturale.

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→  ottobre 26, 2008

sole24ore_logo
Compito di chi ci guida é evitare che l’emergenza porti a un assetto economico piú blindato e meno trasparente

Il libro di Carlo De Benedetti e Federico Rampini va letto come un atto d’accusa contro una classe dirigente incapace di rimuovere gli ostacoli.

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→  giugno 23, 2008


di David Leavitt

Cambridge, 1923. G.H. Hardy è considerato, nonostante i suoi 37 anni, uno dei più brillanti matematici del suo tempo. Un giorno, però, riceve una lettera da un anonimo impiegato indiano, il quale dichiara di aver risolto un importante e complesso problema matematico che lo stesso Hardy cita in un suo scritto, senza saperne offrire una soluzione. Inizialmente perplesso, Hardy decide però di sfruttare l’occasione del viaggio in India di alcuni amici per conoscere Srinivasa Ramanujan, il misterioso impiegato, e scoprire se si tratta di un vero genio matematico o di un impostore. Troverà, al suo arrivo, un giovane che, pur avendo fallito in ogni tipo di studio, ha un talento assoluto per il calcolo. Tra Hardy e Ramanujan comincerà così un rapporto quasi simbiotico, di collaborazione nella ricerca ma anche di amore, incredibilmente fruttuoso ma destinato a risolversi in modo drammatico, con la presa di coscienza da parte del giovane indiano della propria identità e il conseguente esaurimento del rapporto di reciproco bisogno tra i due studiosi.

→  giugno 23, 2008


di Andrea Romano

C’è in Italia una generazione politica che ha attraversato l’ultimo ventennio volendosi mostrare sempre unita e coesa, a dispetto dei conflitti interni da cui è stata lacerata e delle trasformazioni che hanno mutato il volto del paese. È la generazione dei postcomunisti: l’ultimo gruppo dirigente del Pci e l’unica leadership che abbia guidato fino a oggi i Democratici di sinistra. Una famiglia più che una classe politica, impegnata a tutelare se stessa e la propria identità dalle minacce esterne e dalla sfida del cambiamento.

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