→ luglio 23, 1996
Mentre è diventato stucchevolmente ripetitivo l’interrogarsi sul perché le nostre piccole imprese non diventano medie e le medie grandi, constatare il limitatissimo numero di grande imprese multinazionali italiane, recriminare sulla debolezza del nostro mercato mobiliare, incolpando il regime fiscale, o rinvenendo remote origini culturali, si stenta perlopiù a riconoscere la vera causa: i limiti del sistema di governo societario.
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→ luglio 21, 1996
Se verrà adottato il testo varato dal Consiglio dei Ministri di mercoledì, la questione televisiva si concluderà con un compromesso: la RAI archivia i progetti di privatizzazione, Mediaset riesce a mantenere l’esistente, con qualche sacrificio che lo stesso Prodi si è dichiarato pronto a riconsiderare.
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→ luglio 16, 1996
Sulla proposta di legge di Maccanico riguardante il riordino del settore delle comunicazioni
“Questo è un nodo avviluppato/ questo è un groppo rintrecciato/ chi sviluppa più inviluppa/ chi più sgruppa più raggruppa”: viene in mente la cavatina della Cenerentola, a considerare la quantità di problemi evocati dalla proposta di legge Maccanico sul riordino del settore delle comunicazioni.
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→ luglio 11, 1996
In Italia abbiamo un problema e un’ anomalia. Il problema e’ nelle TLC
Nell’ accingersi a mattere ordine nel sistema delle telecomunicazioni e della tv, anziche’ dalla ricognizione dei fatti e dalla fissazione degli obbiettivi, si e’ partiti da principi astratti: sapientemente usati hanno prodotto una norma che, dalle bozze che sono circolate, non si esita a definire inaccettabile. In Italia abbiamo un problema e un’anomalia
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→ luglio 7, 1996
Di fronte alla incredibile sparata sul matrimonio Rai-Stet di cui si è parlato al convegno Telecom di Napoli, si capisce l’imbarazzo di Maccanico: «Non sono cose che deve fare un Ministro», ha osservato il titolare del dicastero delle Poste.
Le due aziende di stato, Stet e Rai, tentano, fondendosi, di sublimare a un livello più elevato di complessità normativa e aziendale i problemi che stanno loro di fronte: la Raí per le richieste di pluralismo e di una progressiva privatizzazione; la Stet per la sfida della liberalizzazione dei servizi imposta da Bruxelles e la necessaria conseguenza di accettare regole asimmetriche.
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→ luglio 6, 1996
Numerose sono le voci che si sono levate a esprimere la preoccupazione per l’invasione dei turisti che il Giubileo porterà a Roma. Alberto Arbasino ha manifestato il proposito di fuggire, prendendosi una lunga vacanza sabbatica. Paolo Baratta ha elaborato, ed Eugenio Scalfari ha diffuso, un progetto per incanalare le turbe, in ricordo di quando a Roma ci si recava in pellegrinaggio, su itinerari pedonali, mediante opere provvisorie che, come il teatro insegna, possono essere di grande fascino. Per spostarsi a piedi, aggiungo io, dovrebbero trovare il centro di Roma libero da macchine: renderlo tale permanentemente, dopo averlo sperimentato per un anno. sarebbe il miglior risultato del Giubileo per Roma.
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