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→  ottobre 11, 1998


E adesso un grazie a Fazio sarà pure il caso di dirlo, dopo tutte le accuse cui è stato sottoposto per non aver voluto ridurre il tasso di sconto. Accuse diventate valanga dopo la riduzione operata dalla Banca spagnola e che a maggior ragione varrebbero dopo i tagli operati venerdì da Portogallo e Irlanda. Senonchè, a differenza di quei Paesi, in Italia proprio venerdì il Governo è stato fiduciato.

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→  ottobre 1, 1998


C’é il rischio che soddisfazione e consolazione (per il successo di Schroeder in Germania) inducano a credere che la presenza in Europa di un altro governo di sinistra renda per noi più facile risolvere i problemi della crescita e della disoccupazione.
Corriamo il rischio di una pericolosa illusione. La vittoria dei socialdemocratici in Germania é stata salutata da larga parte della maggioranza con soddisfazione: logico. Il successo di Schroeder ha offerto una preziosa consolazione ai leader dell’Ulivo nelle presenti difficoltà: comprensibile.

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→  settembre 29, 1998


Al direttore.

La ragione per cui la finanza non può essere confusa can la “roulette globale” (Il Foglio del 26 settembre) sta nel fatto che solo per la roulette le probabilità di vincere o di perdere sono note con quasi assoluta esattezza: non c’è rischio. Il rischio è proprio ciò che distingue la roulette dalla finanza. I derivati rispondono allo scopo di eliminare certi rischi dalle attività economiche per ripartirli diversamente tra gli operatori. Non sono un’invenzione del “pensiero unico”: le opzioni sono descritte nel primo libro della Politica di Aristotele; i futures si chiamavano lettres de faire nelle fiere medievali e cho-ai-mai nel Giappone feudale.

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→  settembre 26, 1998


Finalmente! A leggere stamane che Deutsche Bank ha comperato il 4,95 % di Comit, la prima reazione è stata di sollievo: adesso almeno c’è una cosa chiara. Da mesi il progetto di matrimonio tra Comit e Banca da Roma teneva banco ( arrossisco!): si fa, non si fa? E i listini oscillavano. Maranghi in visita a Palazzo Chigi: deve andare in pagina economica, o starebbe meglio in quella politica? Si descrivono partite a scacchi fino alla settima mossa in cui entrano HDP, Gemina, Compart, Montedison, Generali, Fondiaria, oltre alle due banche e, ovviamente, Mediobanca. Uno dei due presidenti taglia la mattina con un’ultimativa dichiarazione, l’altro chiude la sera con un comunicato di risentita nobiltà. Bisogna collegarsi a Nord; no, meglio espandersi a Sud; quale Sud, Roma o BNL? Lo vuole Romiti; lo vuole Agnelli; quale Agnelli?

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→  settembre 18, 1998


Ma la vera debolezza sta nel governo che controlla la compagnia di bandiera. Un tema che riguarderà anche Caselle…
Brutta storia quella della bocciatura europea di Malpensa. Oltre al danno economico, c’è il prezzo pagato sul piano dei rapporti europei: a pochi mesi dal faticato e sudato ingresso nella moneta unica, a molti italiani l’Europa è apparsa forse per la prima volta ingiustamente arcigna; ai nostri partner europei l’Italia si è confermata, per l’ennesima volta, ingiustificatamente inadempiente e “furba”. A stupirsi e a scandalizzarsi perché gli altri cercano di fare i loro interessi si fa la figura degli ingenui; a fare del vittimismo dopo che si è riusciti ad avere contro la coalizione degli interessi di tutti, si fa la figura degli sciocchi. Meglio meditarci su bene, su questa brutta storia, almeno per evitarne delle altre.

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→  agosto 19, 1998


“Privatizzare l’industria pubblica […]ha contribuito a cambiare il Paese, il suo modo di essere, la sua mentalità. Non poteva non essere il frutto di un processo democratico: idee culture schieramenti politici diversi si sono confrontati”: così il Ministro del Tesoro illustrando (sul Sole 24 Ore del 7 Agosto) la “Relazione sulle Privatizzazioni” consegnata al Parlamento.
Carlo Azeglio Ciampi ha pieno diritto di rivendicare il merito di quanto realizzato: sua é la paternità del Dl 389/93, poi diventato la legge 474, anche se egli con eleganza omette di ricordarlo; é stato impegnando la sua autorevolezza che egli ottenne dalla maggioranza il consenso a vendere Telecom in un solo colpo; é stato Ciampi a convincere Bertinotti a dare il suo accordo alla dismissione della quarta tranche dell’ENI.

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