→ febbraio 17, 1999

Enel, la vittoria del monopolio
Entro il 19 febbraio il governo avrà dovuto recepire la direttiva comunitaria sulla liberalizzazione del mercato dell’energia elettrica: per quella data dovrà fissare i principali paletti di un processo iniziato da quando sette anni fa, precisamente nel febbraio 1992, la commissione europea avanzò la prima proposta. A quanto riferiscono i giornali, queste dovrebbero essere le decisioni sui tre punti chiave.
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→ febbraio 17, 1999

Al Direttore.
Se l’attivismo normativo del governo sarà servito a catalizzare la pacifica soluzione della guerra satellitare europea e i due contendenti troveranno il loro vantaggio a non combattersi nei nostri cieli, se dell’orientamento delle nostre parabole si deciderà in Franza e in Anglia, resterà pur sempre la dimostrazione di come spalanchiamo le parte alla concorrenza, come attiriamo gli investimenti stranieri. Finiremo dunque diritto nella casella in cui Carlo Maria Cipolla colloca quelli che fanno il male proprio e il bene altrui: “sprovveduti” per decreto legge.
→ febbraio 9, 1999

Penserà pure in francese Bruno Trentin, come scrive il Corriere di ieri, ma non é l’ esprit de finesse che parla in lui quando di flessibilità é il discorso: in quel caso, con geometrica precisione rivolge il tiro su chiunque nomini il vocabolo-tabù.
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→ febbraio 4, 1999

Silvio Berlusconi ha perso un primato: non è più lui la bestia nera, il nemico pubblico numero uno ora ha il nome e l’inquietante sorriso di Rupert Murdoch. Che il padrone di Fininvest condivida stabilmente con la Rai il mercato della televisione genera-lista (e con il centro-sinistra la scena politica) è ormai acquisito: ma che nessuno pensi di ripetere quella storia nella televisione satellitare. Non ci devono essere sorprese. Non ci saranno sorprese: parola di Salvatore Cardinale.
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→ febbraio 3, 1999
Al Direttore.
Esasperato per gli annunci sistematicamente storpiati nel programma di musica classica trasmesso per radio dalla Rai – le “erzeffingen”, le “uvertiur”, lo “sciostacof “ – già meditavo sarcasmi sul servizio pubblico e sulla funzione diseducativa della televisione dei partiti. Ho poi saputo che le parche della Rai hanno posto una “Nenì” nel destino di Bralims, condannato il povero Rossini alla “pèches de vigilie”, dato vita a un “Iduar Ilgar”. Catalani avrebbe scritto la “Uallì” e Verdi il “Saimon Boccanegra”. Sarà Murdoch a salvare (il sessanta per cento de) i valori europei? Etwas lebhcift una mit der innigsten Empfmdung.
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→ gennaio 28, 1999

Sinedocche è la figura retorica con cui «si usa figuratamente una parola di significato più ampio o meno ampio di quella propria, ad esempio una parte per il tutto, il contenente per il contenuto».
E nominalismo è «negare agli oggetti della realtà ogni valore che vada oltre quello rappresentato dai relativi segni verbali». Così il Devoto-Oli.
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