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→  maggio 14, 2016


«Tieni sempre un biglietto da 1.000 franchi nel portafoglio», mi diceva mio padre, che aveva vissuto due guerre mondiali, vent’anni di dittatura, ed era scampato agli orrori della persecuzione. Franchi svizzeri intendeva: l’euro non c’era ancora, e il marco tedesco non era proprio una cosa che si associava alla salvezza. Oggi in Europa siamo fiduciosi che le vicende del secolo breve siano consegnate ai libri di storia; ma in giro per il mondo ci sono paesi con governi autoritari, divisi da guerre interne, con monete dall’incerto valore e non convertibili, con fallimenti bancari: in quei Paesi dollaro, euro, sterlina sono la principale riserva di valore. Tant’è che il biglietto da 100 dollari gode di un aggio rispetto a quelli di taglio inferiore, e le banconote da 50 pound costituiscono un quinto delle sterline in circolazione. Il consiglio paterno mi è tornato alla mente leggendo che la Bce ha deciso di non stampare più banconote da 500 euro. I biglietti di banca si consumano, si distruggono, finiscono dentro i portafogli, e quindi i “bin Laden” (il nome con cui è conosciuto il 500 euro) usciranno dalla circolazione. È vero che il compito della Bce è fornire moneta all’economia dell’eurozona: ma l’Europa non può disinteressarsi di quello che succede nei Paesi problematici ai suoi confini, e se lo fa, ci sono le ondate dei migranti a ricordarlo. È vero anche che c’è la moneta elettronica: ma governi illiberali esistono, e difendersi dagli hacker può essere più difficile che proteggersi dai ladri.

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→  aprile 29, 2016


“Un importante precedente” è stata, secondo Mario Monti, la multa di 497 milioni di euro comminata nel 2005 dall’allora Commissario europeo alla concorrenza, a Microsoft: l’accusa era di installare dentro Windows il software Media player, così restringendo lo spazio di mercato ai concorrenti di prodotti per scaricare brani musicali.

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→  aprile 12, 2016


Che si sia trovato un modo per fornire un servizio di maggiori prestazioni a un minor costo è una notizia fantastica. L’innovazione del nuovo contatore per l’energia elettrica, unita a quella di fibre ottiche più sottili, riduce il costo di installarle nelle case. Quando si dice l’inesauribile capacità di scoperta del mercato!

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→  aprile 11, 2016


Si vedono sempre più porte con una serratura nuova: è quella che neutralizza la cosiddetta chiave bulgara, inesorabile contro le serrature tradizionali. Un’innovazione tecnologica ci aiuta a difendere i beni che custodiamo nelle nostre case, e i valori, economici, simbolici, affettivi, che ne fanno la nostra “proprietà”.

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→  marzo 26, 2016


Vivendi azionista di riferimento di Telecom e in amichevoli conversari con Mediaset; le misteriose opzioni di Neil; la partita brasiliana, già considerata una Stalingrado, che si apre; Renzi che, di fronte a una possibile fusione con Orange, dichiara di voler lasciare al mercato fare la sua parte: non c’è che dire, nel mondo delle TLC stanno avvenendo cose fino a poco tempo fa impensabili. L’unica di cui non si parla è la RAI: che non lo facciamo i protagonisti di queste vicende è comprensibile, non hanno tempo da perdere. Meno logico, per governo e contribuenti, è che non se ne parli affatto: non è la nostra maggiore industria culturale?

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→  marzo 5, 2016


Dove sono le sinergie? Il programma annunciato diversi mesi fa dall’Enel e via via precisato poggia interamente sulle sinergie tra posa della fibra ottica e installazione dei nuovi contatori. Però, dice l’amministratore delegato dell’Enel Francesco Starace, “il nuovo contatore non ha bisogno della banda larga per funzionare né funziona meglio con essa”. E all’Authority i tecnici Enel spiegano che la trasmissione dei dati dal contatore al concentratore avviene con tecnologia Plc (Power line carrier), cioè sui cavi elettrici. Questa funziona benissimo per “leggere” il contatore, è invece totalmente inadeguata per le comunicazioni di voce e dati.

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