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Ambientalisti dal cuore cinico.

Pubblicato il 30/05/2010 @ 14:03 in Consigliati e recensiti,Giornali,Il Sole 24 Ore,Libri


dalla Domenica del Sole 24 Ore

Lo scrittore inglese demolisce ambiguità,trasformismo e retorica di figure emergenti promosse dagli affari.

Da giovane, Michael Beard, in un breve periodo di esaltata concentrazione intellettuale, aveva tratto una conseguenza inaspettata dal famoso lavoro di Einstein sull’effetto fotoelettrico: la “Conflation Beard-Einstein” gli aveva valso il premio Nobel per la fisica. All’inizio di Solar, l’ultimo romanzo di Ian McEwan, Beard ha 53 anni; il suo quinto matrimonio sta andando a rotoli; è calvo e fisicamente appesantito, imbolsito e intellettualmente spento, etilista e sessualmente compulsivo. “Un solipsista, con una pepita di ghiaccio al posto del cuore”.

Un premio Nobel serve sempre quando si tratta di dare lustro a istituzioni e iniziative, e Beard è attento a sfruttare la sua “Conflation” (appunto) per ottenere ruoli ufficiali dotati di congruo stipendio. Il Governo inglese vuole avere il suo Centro Nazionale per le Energie Rinnovabili, e lui accetta di presiederlo. Basta un suo benevolo commento, buttato lì tanto per dire qualcosa di significativo dopo mesi vuoti di idee e di proposte, e sul progetto della Turbina Eolica per Uso Domestico (intraducibile l’ironia dell’acronimo inglese WUDU che gli viene affibbiato) si concentrano le energie di diecine di ricercatori, fluiscono milioni di sterline del contribuente. Da lì si dipana il plot del romanzo, che tra matrimoni in rovina e amori sinceri, tra cinismo e tradimenti, tra progetti ambiziosi e indebite appropriazioni, conducono a un passo dall’apoteosi e al precipitare nell’inevitabile rovina. Gli incastri di Ian McEwan sono precisi, magistrale il dipanarsi delle sue trame: ma Solar, dove il registro è quello grottesco- comico, resta diversi passi indietro rispetto alla perfezione di Atonement o la compiutezza di Cecil Beach.

Beard è cosciente che la scoperta che gli ha valso il Nobel è una piccola cosa; sa bene che “il piccolo veicolo del suo talento, diciamo un triciclo di bambino, ha avuto un passaggio sul TIR di un genio nella storia del mondo”. Ma non si fa certo scrupolo di girare l’intima insoddisfazione a vantaggio del suo narcisismo. Proclama con falsa modestia di non pretendere nulla per sé: come Newton, si è issato sulle spalle di giganti. Una “pepita di ghiaccio” è al posto del cuore del protagonista; un’ambigua ipotesi, il “riscaldamento globale”, è alla radice dell’ambientalismo. Nel protagonista, è il cinismo che gli consente di amare e di tradire, di appropriarsi delle idee originali altrui considerandole proprie, di mandare in galera un rivale per un delitto che non ha compiuto ma che avrebbe potuto compiere, di uscire indenne da infortuni politici e da grottesche avventure (esilarante quella del viaggio al polo per studiare il riscaldamento globale e finito col congelamento del pene). Nell’ambientalismo è la vuota retorica, l’incertezza dei dati scientifici, la strumentalizzazione politica (trasparente il riferimento ad Al Gore), l’inconsistenza tecnica. Beard si appropria delle idee sviluppate da un suo allievo (che intanto lo tradiva con sua moglie) per vendere agli investitori l’idea del fotovoltaico organico, che dovrebbe replicare il processo con cui le piante trasformano in ossigeno la radiazione solare; così può continuare a mantenere i suoi consumi, di alcol, di cibo, di sesso. L’ambientalismo ha diffuso la paura con cui gli scienziati si accaparrano fondi e fama, i politici prendono voti, l’industria finanziaria guadagna vendendo i miraggi della nuova frontiera tecnologica. Tutto è fungibile e provvisorio: la giovane e dolce Melissa aspetta a casa, Beard intanto la tradisce con la grassa e matura Darlene, cameriera di un fast food; se si scopre un nuovo giacimento, se un’estate fa meno caldo, se si vede qualche orso polare in più, gli investitori spostano i finanziamenti. “Se questo posto non si scalda, siamo fottuti”. Per celebrare l’avvio del minuscolo prototipo che sperimenta la sua teoria, arrivano i camion delle televisioni, sfrecciano i caccia dell’Air Force, ci si abboffa di birra e salsicce. Tutto é solo un vano spostare investimenti, soldi, voti, consensi verso l’inevitabile degradare delle energie, di tutte le energie: l’entropia aumenta, anche la fisica della Conflation Beard-Einstein soggiace al secondo principio della termodinamica.

Alla conclusione della storia, dopo che un piccolo granello inavvertitamente dimenticato in un ingranaggio ha fatto saltare per aria le sue imposture e le sue menzogne, giunto all’agnizione finale, mentre si china a prendere in braccio la figlioletta che gli corre incontro, Beard “sente montare nel suo cuore una sensazione insolita: ma dubita che qualcuno gli avrebbe creduto se avesse tentato di farlo passare per amore”. Non ci crede certo il lettore: né al momentaneo afflato che vorrebbe provare, né agli ambigui entusiasmi che voleva sfruttare.

Solar
by Ian McEwan
285pp
Jonathan Cape Ltd

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