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Alla prima votazione

Pubblicato il 21/01/2022 @ 09:43 in Giornali,Il Foglio


Al direttore.

La somma delle percentuali di chi vorrebbe Draghi al Quirinale e di chi lo vorrebbe a Palazzo Chigi è probabilmente 100: e ciò che secondo me li accomuna è che tutti considerano il prestigio e l’autorevolezza che ha accumulato nei vari incarichi ricoperti nella sua vita, come il valore che ci protegge dalle nostre debolezze, a partire dal debito. Ma allora dovrebbe essere evidente che questo lo si ottiene meglio dal Quirinale per sette anni piuttosto che da Palazzo Chigi in 14 mesi di prevedibile campagna elettorale. E poi, in un caso e nell’altro, a quali condizioni?

Se si tratta della presidenza della Repubblica è chiaro che, se il fine è quello di proteggerci, è diverso se l’elezione avviene dopo una serie di votazioni andate a vuoto, oppure con un rapido e largo consenso. E allora perché non nominarlo alla prima votazione utile? Se invece, per qualche ragione a me incomprensibile, si trattasse di Palazzo Chigi, quale e di quali intendimenti sarà la maggioranza di governo? Già sarà difficile ricomporne una dopo i sospetti e le divisioni di questi giorni; e poi la proposta di Salvini che nel prossimo governo entrino i leader di tutti i partiti che lo sostengono, la dice lunga su che cosa si debba intendere per governo politico. Draghi ha dovuto fare sovente ricorso alla sua capacità di mediazione: a volte questo ha significato cedere, sul Superbonus, sui bagnini a vita, sulle quote 102-104, sul Reddito di cittadinanza, sul cashback, sul rosario dei bonus, e via mediando.
Allora c’era l’assoluta necessità di evitare una crisi di governo in prossimità dell’elezione del presidente. Adesso invece le mediazioni al ribasso sarebbero un vulnus al patrimonio di prestigio e di autorevolezza che ci protegge e che dobbiamo proteggere. Che questo non accada nessuno può garantirlo, che accada sono invece in molti a temerlo. Una ragione in più per mandare Draghi al Quirinale: alla prima votazione.

La risposta del Direttore

È quello che stanno provando a fare gli azionisti del PdD (Partito di Draghi) ed è quello che potrebbe accadere se entro lunedì (la prima chiamata per le votazioni è alle 15) i leader politici avranno trovato un accordo blindato per il governo del futuro. Non probabile, ma non impossibile.

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